VERBANIA – 14.06.2017 – Un dato tecnico
e un dato politico: salta il progetto di via delle Ginestre; Pd e maggioranza si sono spaccati. È questa la sintesi della lunga nottata del Consiglio comunale di Verbania, che all’alba delle due s’è chiuso con la bocciatura del progetto di ampliamento di via delle Ginestre a Unchio e la palese frattura tra sei consiglieri del Pd e il primo cittadino, che astenendosi hanno fatto mancare i voti necessari a far passare la delibera.
Formalmente era in votazione il progetto da 390.000 euro per espropriare alcuni terreni agricoli e allargare una strada di collina senza via d’uscita che serve una manciata di abitazioni ma che è sterrata e da almeno il 2008 il Comune s’è impegnato a sistemare. In realtà la questione era tutta interna al Partito democratico, che da circa due mesi discute sotto traccia e che già a maggio era spaccato.
Tre le posizioni preannunciate alla vigilia. Quella dei favorevoli al progetto guidata dal sindaco Silvia Marchionini, con la sua lista civica – il consigliere Fausto Cavallini ha messo le mani avanti in aula annunciando che, in caso di voto contrario, segnalerà la pericolosità della strada con un’interpellanza e poi ciascuno si assumerà le responsabilità in caso di incidenti – e da una parte del Partito democratico, a partire dal capogruppo Marco Tartari. Quella dei contrari, cioè sostanzialmente le minoranze consiliari, che ritengono il progetto troppo oneroso, sproporzionato e non strategico ma che vogliono sistemare la strada con un intervento più economico. E quella dei contrari – la restante parte dei democratici – per le stesse motivazioni delle minoranze ma che, non volendo (o potendo) votare contro, hanno preannunciato l’astensione. A questa schiera appartengono Anna Bozzuto, Alice De Ambrogi, Davide Lo Duca (che se n’è fatto portavoce), Nicolò Scalfi (segretario cittadino del partito), Alessandro Papini: i sei che hanno scelto appunto di astenersi. Per il resto i 24 presenti in aula si sono equamente divisi tra favorevoli e contrari, con un pareggio 12-12 che ha visto respinta la proposta. La votazione è stata serratissima e s’è risolta tra colpi di scena e cambi di casacca. A un certo punto, quando Lucio Scarpinato di Forza Italia è andato contro il suo capogruppo e segretario di partito Mirella Cristina con una retromarcia clamorosa accodandosi al sindaco e ai suoi, sembrava che il sì potesse prevalere, soprattutto perché Michael Immovilli di Forza Silvio era incline a astenersi. Il pressing del resto della minoranza su Immovilli ha trasformato il suo voto in un “no” e la stampella di Scarpinato è risultata vana.
In una serata da psicodramma politico in cui messaggi e contatti per convincere gli indecisi sono stati frequenti e via via più intensi con l’approssimarsi del voto, il baillame era già cominciato il pomeriggio, tra sms per cercare voti trasversali e telefonate di residenti di via delle Ginestre a consiglieri comunali, di cui ha accennato in aula Damiano Colombo di Ncd.
In realtà lo strappo, più che ieri, s’era consumato da tempo, nelle due riunioni di maggioranza in cui la corrente di Lo Duca aveva chiesto di rivedere il progetto, riducendolo e immaginando un tratto di ciclopedonale. Il doppio “no” del sindaco Marchionini e dell’assessore all’Urbanistica Roberto Brigatti (che pure aveva aperto ai cambiamenti) ha fatto salire quella corrente sull’Aventino. Con la certezza di un certo numero di astensioni, Marchionini ha scelto – come in una sorta di partita di poker – di fare “all in” e, nel tutto per tutto giocato con il pallottoliere sui numeri, è uscita sconfitta.