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VERBANIA – 01.10.2016 – Così nessun occhio umano

li aveva visti dal 1700 a oggi. Mentre si smontano i ponteggi che per un anno hanno occupato il centro della basilica di San Vittore a Intra, si svelano i restaurati affreschi che nel ‘700 l’artista lombardo Francesco Maria Bianchi realizzò nel tamburo sottostante la cupola (guarda il video), all’epoca non ancora realizzata e sostituita allora da un tetto a falde.

La prima parte dei corposi (e costosi) restauri della più importante delle chiese della provincia è finita e il prevosto don Costantino Manea ne ha voluto mostrare gli esiti. Insieme al commissario della Fondazione Cariplo (maggior finanziatore con 1,4 milioni su 1,9 totali) Francesca Zanetta, ai Soprintendenti Massimiliano Caldera e Cecilia Castiglioni, al direttore lavori architetto Cesare Vicari e al responsabile dei restauratori Tiziano Villa ha effettuato un piccolo tour (guarda il video) agli oltre 45 metri di altezza della cupola, mostrando il grande lavoro svolto. Rimossa la sporcizia e la fuliggine accumulatasi nei secoli si sono mostrati nelle loro vesti ottocentesche – periodo di notevoli ritocchi e correzioni – le quattro scene del martirio di San Vittore. “Abbiamo rimosso le aggiunte e ripristinato i disegni originali – spiega Villa – e il risultato è sorprendente”. Sono state rimesse a nuovo anche le decorazioni neoclassiche, è stata sistemata la lanterna che sovrasta la cupola, dove i quattro enormi blocchi di granito che la tengono unita mostrano disegni scolpiti e dipinti, e sono state abilmente restaurate le quattro vetrate mosaicate donate a fine ‘800 dalle vedove di Intra. Colori chiari, tratti leggeri, grandi figure armoniose, il tamburo e i quattro pennacchi (gli angoli del transetto centrale) sono tornati al loro originario splendore. Ora toccherà all’abside e ai due lati del transetto. “Ci vorrà ancora un anno – conferma don Costantino – poi ci resteranno da restaurare le cappelle laterali. Ma per quelle servono i soldi…”. “Speriamo che la città risponda anche economicamente – commenta Zanetta – perché davvero qui s’è compiuto un grande lavoro e è stato rivelato a tutti un capolavoro artistico e architettonico che non ha nulla da invidiare a altre grandi chiese più famose”.

“Abbiamo operato in piena sintonia con la Soprintendenza – dichiarano Villa e l’architetto Vicari – in condizioni difficili ma ottenendo ottimi risultati. Quando abbiamo iniziato era per certi versi un salto nel buio perché qui non era mai salito nessuno e i rilievi erano stati necessariamente sommari. Abbiamo trovato affreschi di epoche diverse e lavorato preservando gli originali e armonizzando gli stili”.

È stato necessario anche risolvere i problemi strutturali e le infiltrazioni d’acqua. “Teniamo monitorata la situazione – conferma l’architetto –. Faremo ancora alcuni interventi perché si scongiurino del tutto le infiltrazioni”.

Soddisfatta anche la Soprintendenza, che vede valorizzata la figura di Bianchi: “quello di San Vittore fu il suo più importante progetto, quasi un testamento artistico”. 

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