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canforo

VERBANIA – 19.01.2019 – Bastavano un pezzo di carta

e un accendino per appiccare il fuoco e l’autocombustione è da escludersi. Anche il caposquadra dei vigili del fuoco che nella prima mattinata del 19 febbraio 2017 intervenne con i colleghi in piazza Gramsci a Pallanza ha confermato che l’incendio al secolare canforo spento con fatica dai pompieri impiegando parecchie ore e circa 4.000 litri d’acqua, fu molto pericoloso. “Se non fossimo intervenuti, sarebbe andata distrutta”, ha confermato in Tribunale nel processo che vede alla sbarra per incendio doloso il 37enne verbanese Juri Comba. Il vigile del fuoco ha raccontato le difficoltà di domare il rogo, legate proprio alla conformazione della pianta che, essendo molto grossa, ha ampie cavità dentro le quali si trova materiale secco assai infiammabile. Quel materiale bruciato senza che fosse trovato un innesco, né un accelerante, che però lasciò un gran calore dentro al tronco, dal quale a lungo è continuato a uscire il fumo pur tra i tentativi di raffreddare la temperatura con l’acqua e di “soffocare” l’incendio tappando i buchi delle cavità in modo da togliergli l’ossigeno.

Fortunatamente l’intervento andò a buon fine e il canforo non ha subito danni, come confermato anche dall’agronomo che l’ha valutato nei mesi successivi a quell’episodio. Il procedimento penale a carico del presunto vandalo è stato aggiornato al 27 marzo per la sua deposizione e per discussione e sentenza.

 

 

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