VERBANIA – 17.11.2018 – Ci vollero quattromila litri d’acqua
e almeno tre ore di intervento dei vigili del fuoco per spegnere il principio d’incendio che, all’alba di sabato 18 febbraio 2017, rischiò di compromettere il canforo secolare di piazza Gramsci a Pallanza. La prima chiamata d’emergenza partì alle 7,15, quando alcuni passanti videro che dalle aperture del tronco salivano volute di fumo e che nell’aria s’avvertiva odor di bruciato. I pompieri riversarono quattro metri cubi d’acqua nelle cavità per abbassare la temperatura interna e, nel tentativo di soffocare i focolai, tapparono le aperture affinché, senza ossigeno, l’incendio si esaurisse da solo. Terminarono verso le 11, mentre sul posto –oltre a una piccola folla di curiosi– polizia e vigili urbani cercavano di capire chi potesse essere l’autore dell’atto vandalico. Furono i vigili, nei giorni seguenti, a individuare il presunto responsabile in Juri Comba, 37enne pregiudicato che viveva nelle vicinanze e che è a processo a Verbania per danneggiamento in seguito a incendio.
È lui l’uomo che l’agente incaricato delle indagini ha riconosciuto nei filmati della videorosveglianza cittadina. La telecamera posta sull’angolo del Museo del Paesaggio, tra via Ruga e via Manzoni, lo immortala alle 4:11:44 mentre s’aggira intorno alla pianta e nella piazza, dove rimane per parecchi minuti. Nessun’altra persona si intravede nei filmati sino all’orario di arrivo dei pompieri, ha precisato il vigile chiamato a testimoniare nel procedimento davanti al giudice Rosa Maria Fornelli, aggiungendo che ritiene improbabile che nei tempi morti della telecamera (che ruota di 360° a intervalli regolari), altri abbiano potuto raggiungere il canforo, incendiarlo e andarsene. Ignoto è il materiale utilizzato per dare il via alla combustione. Nell’immediatezza dei fatti non fu trovato alcun innesco. Si sospetta che il vandalo abbia utilizzato un pezzo di carta che, gettato, nel tronco cavo della pianta, ha incendiato la corteccia secca e il materiale depositato all’interno. Sugli aspetti tecnici dell’intervento testimonierà, il 19 gennaio prossimo, il caposquadra dei vigili del fuoco di Verbania che lavorò al principio d’incendio dal quale, fortunatamente, non scaturirono danni significativi. L’esperto agronomo del Comune, infatti, ha rilevato in una propria relazione –consegnata alla polizia municipale e acquisita agli atti– che nonostante l’evento sia stato importante, la pianta non è stata compromessa e, ancora oggi a un anno di distanza, non mostra segni evidenti nemmeno nell’apparato aereo, come dimostra il foto-raffronto della chioma prima e dopo il rogo.