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VERBANIA – 28.04.2018 – Il liceo “Cavalieri” di Verbania

si amplierà. Il boom di iscrizioni avvenuto col trasferimento del corso di Scienze umane e sociali dal “Cobianchi” ha avuto come effetto sull’istituto scolastico di via Madonna di Campagna -un tempo a rischio di indipendenza e in odore di accorpamento- il moltiplicarsi delle classi e la conseguente diminuzione delle aule e degli spazi a disposizione. All’inizio dell’attuale anno scolastico, con ben 10 prime classi iscritte (2 dell’indirizzo Classico, 4 dello Scientifico, 4 di Scienze umane e sociali) la dirigente Chiara Barbé aveva lanciato l’allarme. In questi giorni le prime risposte stanno arrivando sotto forma di stanziamenti economici. Con la variazione di bilancio approvata l’altra sera, il Consiglio comunale di Verbania ha messo sul piatto 200.000 euro. A questi dovrebbero aggiungersene i 500.000 promessi dalla Regione, che portano il totale a 700.000.

Il fatto che il denaro sia a carico di Regione e, soprattutto, della sola Verbania, è stato oggetto di una velata polemica e della constatazione che chi dovrebbe provvedere – cioè la Provincia – non è assolutamente in grado. Il dissesto dell’ente provinciale, indotto dal governo che ha progressivamente tagliato i trasferimenti, è evidente al punto che, nel dibattere sulla variazione verbanese, il consigliere di minoranza Michael Immovilli, ha fatto notare che a fronte dei 200.000 euro per il liceo, ne mancano 50.000 per la scuola materna di Suna, che è comunale. Pronta la replica del democratico Riccardo Brezza, vicepresidente della Provincia, che ha rimarcato lo sforzo necessario per garantire un servizio come l’istruzione ma che ha anche ribaltato le responsabilità politiche su chi spostò Scienze umane e sociali e, pur avendo le risorse economiche, non intervenne per tempo.

Il “caso” di Scienze umane e sociali risale al 2013, quando la Provincia riuscì a salvare il liceo, che per un numero di alunni sotto la soglia di legge non poteva restare autonomo, con una deroga ministeriale e l’impegno a potenziarne i corsi. L’anno successivo fu deciso che quel corso, più umanistico che scientifico, meglio si integrasse con l’offerta del “Cavalieri” e dovesse lasciare il “Cobianchi”, peraltro all’inizio di una carenza di spazi. Le proteste furono vibranti e anche la politica -compresa Silvia Marchionini, oggi sindaco di Verbania e all’epoca dei fatti aspirante sindaco- criticò quella scelta, paventando il fallimento dell’operazione. Operazione che, al contrario, è stata premiata dalle scelte delle famiglie. Le quattro classi prima Sus di quest’anno lo dimostrano ma, al contempo, mostrano i limiti del plesso scolastico. I limiti della Provincia, tra la legge Delrio, la mancata modifica costituzionale che avrebbe cancellato l’ente e l’inerzia romana successiva al no referendario, sono ancor più chiari.

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