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VERBANIA – 23.11.2017 – Ne ha preso uno

per il bavero del grembiule, e uno per la collottola; e – in sequenza – li ha trascinati via dal banco e spinti con forza ai lati opposti dell’aula: contro il muro e contro un armadio. Gli strattoni dati a due alunni di quarta elementare di un istituto cusiano sono il fatto per il quale il maestro di musica – un uomo sulla sessantina con alle spalle più di trent’anni di insegnamento – è a processo al tribunale di Verbania. Abuso dei mezzi di correzione o di disciplina è il reato contestato, riferito a un episodio specifico che risale al gennaio del 2016.

All’ultima ora del mattino, prima della pausa pranzo e della sessione pomeridiana, si tiene la lezione di musica. Due bambini di nove anni disturbano parlando tra di loro; ridono per il disegno mostrato da una compagna di classe. Quel disturbo suscita la reprimenda del docente, che li spinge con forza sotto gli occhi dei compagni. Dopo la pausa pranzo e le ore nel pomeriggio con un’altra maestra, di ritorno a casa uno dei due alunni strattonati, d’umore cupo, si mette a piangere e racconta alla mamma quanto accaduto. Una telefonata raggiunge la mamma dell’altro bambino e l’indomani entrambe sono a scuola, insieme alla rappresentante di classe. Tutte e tre informano la maestra prevalente (la stessa che il giorno prima aveva concluso le lezioni) che invita le mamme a parlare con il preside. Il colloquio, poco dopo, si conclude con la promessa di un affiancamento per il maestro di musica (l’anno scolastico successivo assegnato a altra classe) e con l’invito a sporgere denuncia.

La polizia di Omegna raccoglie le querele la settimana successiva; partono le indagini al termine delle quali il maestro viene raggiunto da un decreto penale di condanna al quale si oppone e che origina il processo aperto oggi. Oggi in aula l’accusa, sostenuta dal pm Anna Maria Rossi, ha sentito le mamme dei due bambini, che hanno confermato quanto raccontato rimarcando l’apprensione vissuta da loro ma anche dai figli. Ha poi testimoniato l’altra maestra, che ha ricostruito i fatti di quei giorni affermando che, l’indomani, tutti i bambini in aula avevano confermato l’episodio. Pur sottolineando l’elevata capacità e competenza del collega, l’ha descritto come una persona dai difficili rapporti personali, anche con i colleghi.

L’insegnante, difeso dall’avvocato Andrea Cattaneo, testimonierà nella prossima udienza – la difesa ha anche chiesto di ascoltare gli alunni, ma il giudice Raffaella Zappatini s’è detta contraria – per fornire la sua versione dei fatti: sostiene di essere stato preso di mira e ha in corso una vertenza di lavoro contro la collega e il dirigente scolastico. 

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