VERBANIA - 7-7-2023- Per godere appieno delle due tele del Veronese, esposte al Museo del Paesaggio fino al 25 febbraio bisogna prendersi il giusto tempo. Intanto bisogna attraversare per intero le sale dei due piani del Museo, poi occorre fermarsi davanti alle opere - segnalate - che ricollegano i due capolavori del '500 alla Collezione di Villa San Remigio, della quale facevano parte e alla quale - questo è l'auspicio - ritorneranno. Perchè il senso ultimo dell'esposizione è chiaramente nel titolo: “Due Veronese sul Lago Maggiore. Storia di una collezione”, dove è la presenza dei dipinti nella storica villa della Castagnola e nella raccolta del principe Silvio Della Valle Casanova e della sua Sophie Browne ad aggiungere altro senso a due capolavori che è certo, figurerebbero benissimo ovunque. Ma casa loro è Verbania, ed è nel suo cuore artistico che, dopo dieci anni di assenza, la città è tornata ad accoglierli. Città che, a dire il vero, non sapeva neppure di averli fino alla fortuita scoperta di una laureanda, nel 2014.
Tuttavia non è per recuperare il tempo perso che la mostra richiede ritmi lenti per essere goduta, ma perchè il tempo richiesto dalla visione delle due grandi tele del maestro veneto, è quello che serve innanzitutto a rendere familiare alla vista i dettagli che mezzo millennio fa questo genio del colore volle evidenziare, regolando le tonalità dei dipinti sulla cadenza delle stagioni, i differenti gradienti di luce, il calore soffuso delle notti illuminate dalle candele. È quello che l'illuminazione "emozionale" pensata per i dipinti dagli architetti Francesco Iannone e Serena Tellini evidenziano con il loro "Monza Method". Un sentore di menta, utile a predisporre la mente alla visione, si sprigiona in una piccola anticamera illuminata solo da un raggio di luce, è a questo fascio luminoso puntato terra, che occorre guardare per qualche minuto prima di entrare nella sala: "Serve per abituare la vista a riconoscere i dettagli", spiegano gli architetti. Poi si fa l'ingresso nella sala dalle pareti grigie dove le due allegorie, La Scultura e L'Astronomia (probabile) sono esposte, l'una accanto all'altra, illuminate con luci che variano lentamente, sensibilmente ma impercettibilmente per consentire una visione "totale" ed emozionante. Non sapremo mai l'artista cosa penserebbe di queste "moderne diavolerie" applicate alla visione delle sue opere, ma ci piace pensare che gradirebbe.
La mostra che aprirà al pubblico sabato 8 luglio, ha visto venerdì sera un'anteprima riservata. Commossa Cristina Moro, che dieci anni fa scoprì per caso le due tele mentre eseguiva la sua tesi di laurea su Villa San Remigio. La storica dell'arte ha raccontato al pubblico gli anni dal ritrovamento ad oggi. Racconto che viene ripetuto in un filmato, corredato da belle immagini ed interviste, che è possibile vedere nell'ambito della mostra. A portare i loro saluti, i ringraziamenti per chi ha reso possibile il ritorno, la soddisfazione per essere riusciti a riportare a "casa" le due opere che in questi anni sono state restaurate e custodite alla Venaria Reale, sono stati il presidente del Museo del Paesaggio, Carlo Ghisolfi; la vicesindaco di Verbania, Marinella Franzetti; il vicepresidente della Provincia, Rino Porini, il Viceprefetto, Roberto Dosio; la conservatrice del Museo, Federica Rabai e per la soprintendenza, Benedetta Brison.
Antonella Durazzo
INFORMAZIONI
Due Veronese sul Lago Maggiore. Storia di una collezione
Museo del Paesaggio, Palazzo Viani Dugnani, Via Ruga 44 Verbania
Orari estivi dall’8 Luglio al 5 Novembre: dalle 10.00 alle 18.00 (Chiuso il martedì). Aperture straordinarie serali il venerdì fino alle 22.00 dal 14 Luglio al 25 Agosto.
Costi: intero 8€ - ridotto 5€