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TORINO – 07-02-2020 – S’è visto riconoscere

le attenuanti generiche e la pena è scesa di un terzo. È stata riformata mercoledì dalla Corte d’Appello di Torino la sentenza di condanna a carico di Omar Piccoli, il 25enne di Nonio che, con un pugno al volto, nel maggio 2018 fece cadere a terra il prozio che, dopo tre mesi e mezzo di coma dovuti al trauma cranico subito, morì ricoverato in clinica. Per l’accusa di omicidio preterintenzionale aggravato il 7 marzo fu condannato dal Tribunale di Verbania a 9 anni, 7 mesi e 10 giorni, ai quali il Tribunale di Verbania l’aveva condannato (la richiesta dell’accusa era stata di 8 anni). Di un “trattamento sanzionatorio particolarmente severo” aveva parlato, già allora, il suo avvocato Gabriele Pipicelli, che mercoledì a Torino ha discusso l’Appello, puntando nuovamente sulle attenuanti generiche che, riconosciute dalla Procura generale, sono state accolte dai giudici, che hanno contenuto la pena fissandola a 6 anni e 8 mesi, riducendola di quasi tre anni.

La morte di Marino Gallarotti, 76 anni, era avvenuta a Veruno il 28 settembre del 2018. Dal 5 maggio, giorno del “fattaccio”, non aveva più ripreso conoscenza a causa delle lesioni al cervello patite battendo il capo su un gradino. A farlo cadere, con un pugno, era stato Piccoli. Il prozio s’era intromesso nella lite che il giovane aveva avuto in piazza con la fidanzata di allora (episodio per il quale è stato condannato per stalking) cercando di porsi come paciere.

“Sono soddisfatto, come difensore, per essere riuscito a portare argomenti che hanno convinto non solo la Corte, ma pure il sostituto procuratore generale – afferma Pipicelli –, a rivedere un trattamento sanzionatorio significativamente ridotto”. L’obiettivo della difesa, contando anche il periodo già scontato tra domiciliari e carcere, è di ottenere una liberazione anticipata. “Il mio assistito, tra non molto tempo – conclude –, potrà di avanzare richieste per accedere a misure alternative alla detenzione, previste quando il residuo pena scende a quattro anni”.

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