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MILANO – 05-02-2020 – I dipendenti sono

in stato di agitazione e, dopo l’assemblea di lunedì, i sindacalisti si incontreranno oggi per definire quali azioni portare avanti. Sono settimane di acque agitate alla Sacra Famiglia di Verbania. Nella filiale piemontese della Fondazione con sede a Cesano Boscone che si occupa di attività socio-sanitarie lavorano 180 persone che, da inizio 2020, reclamano un nuovo contratto integrativo. L’ultimo, che riequilibrava il passaggio, avvenuto più di dieci anni fa, tra il contratto collettivo nazionale Aris (quello della sanità privata) e l’Uneba (quello dei servizi socio-sanitari) è scaduto a dicembre e le trattative per il rinnovo non sono state fruttuose. Rsu e sindacati esterni reclamano la perdita media di 200-250 euro lordi in meno al mese per un dipendente medio. La Fondazione, che questa soluzione l’ha adottata per tutte le sedi del gruppo, persegue una politica di contenimento dei costi che mira a risparmiare 1,5 milioni di euro l’anno, indispensabili per fare quadrare i conti. Lunedì i dipendenti di Verbania hanno incontrato i parlamentari Enrico Montani e Mirella Cristina. Quest’ultima, facendosi carico del problema, ha chiesto un incontro ai vertici della Fondazione: “è assolutamente necessario che sia fatta chiarezza sul futuro e sulla sostenibilità dell'azienda perché quest'ultima non può fare cassetto minando gli stipendi dei dipendenti” – afferma.

 

 

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