VERBANIA – 10.12.2018 – Tutto è nato
da un’auto, un’utilitaria Fiat –“Sedici” il modello, che ha dato il nome all’operazione di polizia conclusa dai carabinieri lo scorso maggio– identificata a Domodossola tramite le immagini delle telecamere di videosorveglianza seguendo le quali, e incrociando i dati di altre indagini (a Novara, in Liguria, in Emilia Romagna e in Veneto), sono state arrestate tre persone. S’è aperto oggi al tribunale di Verbania il processo a tre astigiani accusati di truffa ai danni di anziani. Alla sbarra ci sono Gianpiero Conti, di 35 anni; il 48enne Daniele Dubois ed Elvira Laforé, di 24. Il primo è ritenuto l’autista della coppia che, spacciandosi per un appartenente all’Arma dei carabinieri e per un’addetta dell’acquedotto, distraevano anziane raggiunte a domicilio portando loro via denaro e preziosi con l’inganno. La Procura di Verbania gli accusa di due raggiri avvenuti nell’ottobre 2017: a Domodossola il 19 e a Biella il 30. È stata invece già archiviata l’accusa per un episodio simile accaduto a Vercelli il 23 ottobre, contestato nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip verbanese ma caduto con ordinanza del Tribunale della Libertà di Torino confermata dalla Cassazione.
Attualmente Conti è detenuto, mentre Dubois e Laforé sono ai domiciliari. I loro difensori, Roberto Caranzano per il primo e Davide Gatti per gli ultimi due, hanno chiesto al giudice Rosa Maria Fornelli –che s’è riservata la decisione– la remissione in libertà o l’attenuazione delle misure cautelari. Gli stessi avvocati nell’udienza odierna hanno molto insistito sull’identificazione dei loro assistiti durante le indagini. A riferire delle modalità con cui la Procura di Verbania è arrivata agli imputati è stato il maresciallo dei carabinieri del Nucleo investigativo che effettuò le indagini partendo proprio da Domodossola, dalle immagini dell’auto, rintracciata poi a Biella, Vercelli e in numerose altre località, pedinata e tenuto sotto controllo. Auto riconducibile a Conti che, durante una perquisizione ad Albenga per una diversa indagine –furto con scasso in abitazione– fu trovato in possesso di un falso cartellino identificativo di un carabiniere, “gemello” di quello rinvenuto in un parcheggio di Noceto (Modena), dove in un’altra occasione erano stati arrestati Dubois e Laforé.
Al di là del modo in cui l’Arma è arrivata a identificare gli imputati, il processo si gioca in larga parte sulle testimonianze che renderanno le vittime e se riconosceranno chi li ha ingannati. Oggi l’anziana domese derubata avrebbe dovuto affrontare un confronto all’americana (tra più persone simili e vestite in ugual modo) dei due imputati accusati di averla raggirata a domicilio (la posizione di Conti è diversa, poiché l’accusa sostenuta dai pm Frabrizio Argentieri e Anna Maria Rossi lo identifica solo come autista), ma problemi di salute le hanno impedito d’essere presente. La vittima di Biella, mai sentita in fase di indagini, non s’è presentata – non si sa se abbia ricevuto la notifica tramite ufficiale giudiziario. Saranno ascoltate, se ne saranno fisicamente in grado, il 1° marzo del 2019, data alla quale il procedimento è stato aggiornato.