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VERBANIA - 30.07.2018 - A settembre il voto in Consiglio regionale, 

poi, entro fine anno, potrebbe cominciare il percorso (prevedibilmente complesso) per instaurare i tavoli di trattativa col governo e dare anche al Piemonte quella autonomia amministrativa che altri (Lombardia, Emilia Romagna, Veneto) hanno già avviato. Una scelta, quella di spingere per l'autonomia e portare in giunta regionale l'ordine del giorno relativo, che Forza Italia rivendica con convinzione anche in chiave locale, ovvero come passo fondamentale per rendere il Vco "zona economica speciale". Su questo punto, nei mesi scorsi è stata avviata una petizione che a settembre sarà presentata a Chiamparino e che ha raccolto qualche migliaio di firme. E' la via degli "azzurri" per rispondere alle istanze del territorio, in una visione alternativa a quel referendum per il passaggio alla Regione Lombardia "che vedrebbe le aree periferiche come il Vco in evidente posizione di debolezza", ha chiosato il consigliere regionale Luca Bona. "E' chiaro - ha precisato la deputata Mirella Cristina - che come parlamentare del territorio non potrò che prendere atto delle decisioni degli elettori (qualunque esse siano ndr) e portarne la voce a Roma, con l'impegno - aggiunge - a non diventare i parenti poveri della Lombardia".

"Un ordine del giorno che abbiamo voluto senza colore politico e che per questo è stato votato all'unanimità, con la sola astensione dei 5 Stelle, che avrebbero invece voluto il referendum - ha spiegato Bona - . Il modello scelto, diventato direttiva di giunta, è quella dottato dalla Regione Emilia Romagna". In sintesi, si tratta di ridiscutere col Governo 23 funzioni ad oggi esclusive dello Stato, con relativa attribuzione delle risorse, così come previsto dagli articoli 116 e 117 della Costituzione. Tra quelle citate da Bona troviamo: pianificazione urbanistica, protezione civile e infrastrutture, sovrintendenze, politiche del reddito e politiche universitarie. E ancora: sanità, semplificazione, ambiente e politiche energetiche, previdenza complementare e integrativa, rapporti Ue (finanziamenti), cultura e turismo. Il punto direttamente collegato ad una Zes per il Vco, sarebbe quello centrale, ovvero quello relativo alla gestione della finanza pubblica. Come illustrato dal coordinatore cittadino di Forza Italia, Massimo Manzini, la "zona economica speciale", sulla scia di quanto previsto nelle province di confine lombarde, si concretizzerebbe soprattutto in incentivi a nuove imprese come ad esempio il taglio di Ires e Irap o il dimezzamento degli oneri sociali per chi assume; la riduzione di Imu e Tasi per un certo numero di anni, e dell'Iva su manufatti e servizi prodotti nel territorio. 
Non ha nascosto, Bona, che Fi ha nel mirino la presidenza regionale nel 2019. Anche da questa considerazione parte l'idea di "produrre effetti tangibili e attuabili in breve e di avviare l'iter per l'autonomia subito dopo gli accordi preliminari (si spera a fine anno)". Con l'impegno preso dalla giunta Chiamparino e il voto quasi unanime, la via è aperta. Solo una mancanza di volontà politica - ha aggiunto Bona - potrebbe bloccarla. 
La battaglia negli anni '90 per creare la provincia del Vco, quella - più recente - per l'autonomia montana inserita nell'articolo 8 dello Statuto regionale, fanno del consigliere provinciale Rino Porini, un antesignano delle istanze di autonomia: "Ma purtroppo negli ultimi anni non abbiamo visto alcun ritorno" ha detto, ricordando come in Provincia siano stati votati all'unanimità già due ordini del giorno per istituire la Zse nel Vco.

Antonella Durazzo

 

 

 

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