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pedroli tribuna
VERBANIA – 20.06.2015 – La notizia è rimbalzata ieri da Roma

e ha scosso l’ambiente calcistico verbanese e l’Amministrazione comunale. Lo stadio “Carlo Pedroli” di Verbania non è omologato. Il terreno misto sintetico che il Verbania calcio di Enrico Montani ha posato nell’estate 2012 non può essere utilizzato per partite ufficiali. Come, perché e fino a quando sarà così, non lo si sa perché si è nella fase dei pourparler. A riferirlo al Comune sono stati gli emissari della Virtus Cusio che si sono presentati in Figc per chiarire i passaggi del trasferimento di sede da San Maurizio d’Opaglio a Madonna del Sasso con campo di gioco a Verbania. Appresa la notizia, il Comune ha immediatamente scritto alla Federazione chiedendo notizie e spiegazioni formali.

Ogni ipotesi sul futuro del terreno di gioco del “Pedroli” è al momento prematura e si gioca sull’interpretazione delle parole, sul fatto che lo stadio sia omologato o omologabile. Stando a quanto accaduto fino a aprile, quando il Comitato piemontese della Figc (il presidente è l’ossolano Ermelindo Bacchetta) ha autorizzato il Verbania a giocarvi, sembravano certe, sia l’omologabilità, sia l’omologazione.

Su quest’ultima si sono avuti alcuni dubbi quando, il mese scorso, è stato negato alla rappresentativa provinciale Figc di giocare una gara ufficiale in via Farinelli. Da ieri l’omologazione è certo che non sussiste. Sull’omologabilità, si vedrà.

E è su questo aspetto che punta il Comune, deciso quantomeno a chiedere una proroga di un anno per poter consentire l’utilizzo dello stadio.

Finché non si avranno altre comunicazioni, fa fede la lettera del 4 marzo firmata dal presidente Lnd Felice Belloli (oggi ex, cacciato per le affermazioni omofobe sul calcio femminile) e dal presidente della Commissione impianti sportivi in erba artificiale Antonio Armeni (personaggio ricorrente in questa vicenda) in cui si “autorizza la S.S.D. Verbania Calcio 1959 (…) all’utilizzo temporaneo ed in via sperimentale, del Campo “Carlo Pedroli” di Verbania con termine sino al 03 Marzo 2017 con la prescrizione e la condizione che la Società Sportiva o comunque per l’utilizzatore del campo consenta – per l’intero coro del periodo suindicato o comunque per quanto di occorrenza – le verifiche e i controlli che Figc/Lnd provvederà ad eseguire a suo insindacabile giudizio, e che essa garantisca che venga proseguito e completato, dal soggetto cui compete l’onere, l’iter procedimentale previsto dal Regolamento per l’omologazione dei campi in erba artificiale”.

A seguire una postilla in cui si spiega che “la presente autorizzazione verrà revocata nel caso di mancato rispetto delle suindicate prescrizioni e condizioni e comunque si intenderà decaduta nel caso fosse nel frattempo intervenuta l’omologazione del campo prima della suindicata data del 03 Marzo 2017”.

Il documento in effetti, pur senza affermarlo esplicitamente, certifica l’omologabilità del campo, da completare senza una scadenza precisa e, comunque, entro il 3 marzo 2017.

Per Montani questo basta: “il campo è omologato, non si discute. Abbiamo fatto tutti i lavori richiesti, è uscita la Commissione a verificare, ci hanno scritto questa lettera. Se manca qualche certificazione spetta alla ditta”.

Accertato che omologato non è perché così hanno detto a Roma, bisogna capire se può esserlo. Diversamente andrà rimosso e sostituito con un nuovo prato verde, in tempi e costi da definire e aprendo uno scenario deficitario per la città di Verbania e per gli aspetti legali – sicuramente si andrà in causa – tra Comune e società e tra società e Figc.

Nei prossimi giorni se ne saprà di più e si conosceranno le decisioni del sindaco Silvia Marchionini, che a caldo ha parlato di rescissione dell’accordo col Verbania in scadenza il 31 luglio e di risarcimenti.

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