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VERBANIA – 10.04.2018 – Si chiuderà probabilmente il 22 maggio,

con l’ultimo testimone rimasto (è in vacanza), le eventuali spontanee dichiarazioni dell’imputata e la discussione, il processo per abuso d’ufficio che coinvolge l’assessore all’Ambiente del comune di Verbania Laura Sau. Oggi il collegio presieduto da Donatella Banci Buonamici -giudici a latere Rosa Maria Fornelli e Elisabetta Ferrario- ha quasi ultimato il dibattimento. A tappe forzate e sfoltendo le liste testi, sono state sentite sette persone che hanno ricostruito, più che i fatti oggetto del capo d’imputazione, il “contorno” di una vicenda politico-amministrativa-mediatica il cui epicentro è la gestione del canile di Verbania.

Il capo d’imputazione formulato per la Procura dal pm Sveva De Liguoro è chiaro. Secondo l’accusa l’assessore, con due e-mail spedite dalla casella di posta elettronica istituzionale agli “Amici degli animali” il 28 luglio e il 2 agosto 2016, nel rispondere sulla concessione di un patrocinio per una festa canina, andò oltre il suo ruolo, abusandone, per ottenere benefici a proprio favore. Benefici riferibili ai vari contenziosi aperti. La frase incriminata è: “fatico a dare il patrocinio a delle persone che dalla mattina alla sera ci danno degli assassini e mi costringono a pagare un avvocato per difendermi da accuse inesistenti. Chiedeteci scusa per le tonnellate di insulti, e poi decideremo…”.

Secondo Loredana Brizio, presidente degli “Amici degli animali”, co-firmatrice dell’esposto che ha dato il via alle indagini e parte civile costituita con l’avvocato Laura Ferrara, si trattò di una sorta di estorsione, intesa come un “invito” a ritirare le denunce. L’ha riferito lei stessa al Collegio, ripercorrendo le missive di quei giorni, ma anche raccontando di come, dal 2014 in poi, ci furono attriti con il Comune. Attriti che, da parte della Onlus animalista – così hanno testimoniato i consiglieri sentiti oggi – erano riconducibili più che altro all’ente pubblico.

Dal canto loro gli esponenti della Municipalità, dalla rappresentante dell’avvocatura civica al sindaco Silvia Marchionini, li intendono al contrario. Il primo cittadino è stata esplicita nel ribadire che il patrocinio, già concesso per lo stesso evento nel 2014 e nel 2015, non sarebbe mai arrivato: “non feci neanche istruire la pratica, per me era no”. Il motivo lo riconduce alla campagna di odio e insulti portata avanti sui media e sui social network da persone vicine all’associazione (ha anche ammesso da nessun consigliere o amministratore). “Mi attaccavano, anche personalmente, perché volevano condizionarmi, volevano che nonostante le leggi ridessi il canile a loro. Me ne accorsi solo nella primavera-estate di quell’anno”. Marchionini ha parlato di minacce, ingiurie infamanti, diffamazioni, bombardamento di e-mail, toni aggressivi e intimidatori. Delle querele da lei presentate per diffamazione, due sono ora in discussione in tribunale, dove giace anche quella in cui Sau è a giudizio per lo stesso reato con gli “Amici degli animali” parte civile (la prossima udienza è il 7 maggio).

L’avvocato del Comune ha parlato invece di una situazione “straziante” e di esposti penali contro l’associazione per un testamento contestato e per l’appropriazione indebita di beni pubblici. Il vicepresidente dell’associazione, al contrario, di numerosi esposti alla Guardia di finanza per la mala-gestio della giunta Marchionini in altri settori.

Rivendicazioni e accuse a parte, nessuno ha chiarito del tutto l’iter di quella richiesta di patrocinio avanzata per la prima volta in aprile, sollecitata più volte e poi caduta nel vuoto sino alle e-mail incriminate. Il dirigente del Patrimonio (al patrocinio era legata la richiesta dell’uso del Parco Robinson) ha affermato di non aver mai visto le domande, di non aver seguito la pratica, di non aver nemmeno mai letto le e-mail oggetto del procedimento, scaricando la responsabilità dell’istruttoria sulla segreteria del sindaco ma dichiarando che non diede il via libera perché la giunta, organo preposto a queste autorizzazioni, non gli aveva dato il via libera.

La difesa Sau, rappresentata dall’avvocato Maria Grazia Medali, punta molto sul fatto che la sua assistita non avesse alcun potere nel concedere il patrocinio e quindi quelle e-mail – che Marchionini ha detto di non conoscere, ma che ritiene scritte d’impulso da chi si sentiva accusato – sarebbero risultate vane.

All’appello tra i testi, oltre all’imputata se lo riterrà, manca solo Giovanni Alba, assessore alla Polizia municipale citato come testimone della parte civile. Oggi si sarebbe dovuto presentare in aula, ma ha prodotto un biglietto aereo per i tropici che il presidente del Collegio ha ritenuto un po’ forzato, poiché acquistato dopo aver saputo di dover presenziare. Per questo motivo ha rinviato l’udienza al 22 maggio proprio per ascoltare Alba, ma anche per le conclusioni e, probabilmente, la sentenza.

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