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astor nuovo

VERBANIA – 16.02.2018 – Dopo dieci anni di abbandono

e degrado, il cantiere del’hotel Astor di Pallanza riaprirà ed entro un anno i lavori saranno finiti, restituendo alla città un albergo, anche se ridimensionato. Ieri sera il Consiglio comunale di Verbania ha approvato la convenzione con la proprietà (la Sav – Società alberghi di Verbania) per la parziale conversione dell’immobile di via Vittorio Veneto a Pallanza, che a parità di volume e senza modifiche esterne, per due terzi continuerà a essere un albergo e per un terzo diverrà appartamenti da immettere sul mercato. La vendita dei secondi finanzierà la fine dei lavori, che si sono bloccati oltre un decennio fa, quando la crisi economica – anche del settore turistico-alberghiero – indusse la proprietà a stoppare l’opera. Da allora le impalcature avvolgono l’ex villa Montebello, una delle dimore storiche della Castagnola nel tempo convertita a struttura ricettiva.

L’iter di questo progetto è stato, nell’ultimo anno, lungo e tormentato, con risvolti da soap opera politico-amministrativa. Nel febbraio 2017 la Sav ha presentato la sua proposta al Comune. L’ha fatto con la legge 106 del 2011, una norma del governo Monti che, per dare impulso all’edilizia, ha stabilito una sorta di automaticità nelle richieste di cambio di destinazione d’uso di immobili degradati. Se sussiste un interesse pubblico e convivono compatibilità urbanistica e degrado, il permesso di costruire in deroga deve essere concesso. Alla richiesta del privato l’ente pubblico ha 120 giorni di tempo per dire sì oppure no e, in caso di diniego, può ricorrere al Tar, il cui orientamento – anche in Piemonte – è sinora stato favorevole ai privati.

Per misteriosi motivi, che non s’è capito se dovuti a un’inerzia degli uffici o a una mancata volontà politica della giunta (o entrambe), il progetto è rimasto nel cassetto, sforando i tempi di risposta. Quando la proprietà l’ha sollecitato, a fine 2017 è finalmente approdato in Commissione urbanistica, dove s’è fin da subito creato un attrito interno alla maggioranza. Il gruppo del Pd, filosoficamente e ideologicamente contrario alle imposizioni della legge 106 che limita la discrezionalità della politica, nel valutare l’interesse pubblico del parziale cambio di destinazione d’uso ha cercato di trattare al rialzo.

Per l’Astor gli oneri extra di legge sono stati calcolati in circa 70.000 euro, ai quali la proprietà, per andare incontro al Comune, ha offerto ulteriori 70.000 in opere pubbliche. Con 140.000 euro s’è proposta per intervenire sulle ex scuderie di Villa Giulia, o abbattendole (Soprintendenza permettendo) e creando una ventina di posti auto, o ristrutturandole insieme alle cantine della famiglia Branca – quella del Fernet – che si trovano alle spalle e che sono degli stessi imprenditori. Oppure, ultima mediazione nel tira e molla degli ultimi due mesi, mettendo sul piatto 140.000 euro per generici interventi sulla vicina Villa Giulia, che è pubblica. Ed è su questo testo che la convenzione è stata approvata con 21 voti da una maggioranza trasversale tra il dissenso di alcuni consiglieri Pd usciti dall’aula al momento del voto e altri rimasti astenendosi, mettendo in luce una frattura – con il sindaco in primis, ma anche interna – che non è la prima di questo mandato amministrativo che s’avvia a chiudersi l’anno prossimo.

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