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brezza riccardo

VERBANIA – 17.01.2018 – La Procura l’ha rinviato a giudizio

ma è stato lo stesso pm a chiederne l’assoluzione, confermata dal giudice. Assolto per non aver commesso il fatto, perché le sue frasi non furono diffamatorie ma legittima critica politica, è la sentenza pronunciata oggi dal giudice Rosa Maria Fornelli nei confronti di Riccardo Brezza, esponente Pd, consigliere comunale di Verbania e vicepresidente della Provincia. Processato con rito abbreviato e difeso dall’avvocato Gabriele Pipicelli, doveva rispondere delle dichiarazioni a mezzo stampa rese nel 2015 in risposta a un’interpellanza discussa a Palazzo Flaim dalla collega Stefania Minore – parte offesa e costituita parte civile con l’avvocato Loredana Brizio – che aveva chiesto conto al sindaco Silvia Marchionini del ruolo di Brezza come amministratore pubblico e dipendente del Consorzio dei Servizi sociali del Verbano (ente pubblico partecipato dal Comune) nel Centro di accoglienza profughi di Arizzano. Il consigliere, impossibilitato a replicare di persona perché l’interpellanza era tra Minore e Marchionini, aveva affidato a una e-mail la propria posizione, accusando l’attuale esponente del Carroccio (allora indipendente dopo la fuoriuscita dal gruppo del M5S) di avere mentito e di essere in malafeda.

Minore sporse denuncia, la Procura concluse le indagini con il rinvio a giudizio. Oggi però il pm Sveva De Liguoro, rimarcando che trattasi di critica politica, ha chiesto l’assoluzione, confermata dal giudice.

“Non ho mai diffamato nessuno, ho solo difeso il mio onore, nei limiti consentiti dalla legge, all’interno della normale dialettica politica. Sono felice non solo per l’assoluzione in sé, ma soprattutto perché ritengo di svolgere il mio ruolo politico in modo sempre rispettoso nei confronti dei colleghi, anche di minoranza – commenta Brezza sul suo blog personale –. L’insulto e l’attacco personale non fanno parte della mia cifra politica, credo nella politica fatta con rispetto e con passione”. “Questa vicenda mi ha fatto male, non lo nego, ma da oggi si riparte con più entusiasmo e convinzione di prima. Con la certezza di essere nel giusto. Molti speravano finisse diversamente, per mettermi nell’angolo e per ottenere ciò che politicamente non erano riusciti ad ottenere”.

“Non accettiamo questa ricostruzione, che non ci sta – commenta l’avvocato Brizio –, non è critica politica ma accuse sul piano personale. Aspettiamo la sentenza e valutiamo il ricorso in Appello”.

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