VERBANIA – 28.03.2017 – L’assemblea “negata”
scatena un putiferio. All’istituto Ferrini-Franzosini il caso del giorno è la lettera che i rappresentanti d’istituto degli studenti, all’unanimità, hanno firmato per denunciare pubblicamente la decisione del dirigente scolastico Santino Mondello di non far tenere un’assemblea pubblica sulle nozze gay e i diritti degli omosessuali. “Nelle scorse settimane abbiamo presentato un documento dove chiedevamo che la nostra scuola ci concedesse uno spazio per realizzare un assemblea, per l'inizio dell'ultima settimana di aprile, per parlare di Diritti civili per le coppie omosessuali (e di una legge già discussa e approvata in Parlamento) e per combattere la discriminazione e l’omofobia – scrivono Mattia Nobili, Alessio Formoso e Matteo Margaroni –. Come se non bastasse la firma di noi rappresentanti di Istituto, abbiamo chiesto ai rappresenti delle classi coinvolte di controfirmare la proposta. I rappresentati hanno firmato all'unanimità il documento, per dare ancora più forza all'assemblea degli studenti. Purtroppo non saremmo qui a scrivere queste frasi, se la presidenza del Ferrini-Franzosini non avesse negato questo Diritto.
Infatti la Presidenza ha deciso di non elargire nessuno spazio, per affrontare un tema per noi così importante. Non c’è stata nessuna comunicazione scritta, perché non possono giustificare un gesto del genere”.
Gli studenti parlano di un “atto grave” che “nega il diritto degli studenti a riunirsi in assemblea” e che fa “opposizione a priori, verso un tema che appartiene al nostro mondo, che è finalmente anche tutelato dalla legge italiana, e che viene invece negato solo da chi ha pregiudizi e ha una mente retrograda”.
L’attacco è diretto al preside Mondello, cui si chiede un’immediata retromarcia: “con quale facoltà la presidenza si permette di bocciare un’assemblea, solo ed unicamente perché si sarebbe trattato il tema dei diritti civili per le coppie omosessuali e della lotta contro l'omofobia? (…). Non vogliono che gli studenti parlino di omosessualità, di cosa hanno paura? Dell’omosessualità? O del giudizio di alcuni?”.