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VERBANIA – 23.05.2016 – La cena romantica 

per l’anniversario di matrimonio, prolungata con qualche brindisi in più, era finita male, con l’intervento dei carabinieri, l’alcoltest e il ritiro della patente. Ma per l’automobilista è stato tutto un errore perché i fatti – sostiene – sono molto diversi da quanto riportato dai carabinieri.

In tribunale a Verbania oggi è comparso Ovaldo Marchesin, residente a Lesa, che il 17 maggio del 2015 aveva prenotato un tavolo al ristorante Torino di Stresa per celebrare il loro anniversario. Insieme alla moglie, di origine russa, aveva raggiunto il centro lacuale, parcheggiato l’auto in zona imbarcadero e poi s’era diretto a piedi verso il locale, che si trova in centro storico, in piena isola pedonale. Poco dopo la mezzanotte, all’uscita dal ristorante, lui s’era incamminato verso il parcheggio, mentre lei l’aveva atteso in piazza.

Ciò che accadde dopo è oggetto di contestazione da parte dell’imputato. La Procura, con il pm Anna Maria Rossi, sostiene che l’uomo, visto al volante dell’auto, era stato fermato dai carabinieri che l’avevano sottoposto all’alcoltest e, trovandolo in stato di ebbrezza, l’avevano multato, ritirandogli la patente e innescando il procedimento giudiziario che ha portato a un decreto penale di condanna.

Il diretto interessato, che con l’avvocato Sara Celestino ha impugnato il decreto penale di condanna, dà una versione differente. Testimone in aula ha spiegato – così come la moglie, smentendo i carabinieri –, pur ammettendo che entrambi avevano bevuto qualche bicchiere in più del solito perché era una serata di festa, di non essersi mai messo al volante e che la moglie l’aveva raggiunta a piedi quando aveva notato accanto a lei la presenza dei militari.

Il giudice Marta Perazzo ha rinviato la chiusura del dibattimento e la discussione al 10 luglio.

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