1

crematorio vb gen 16
VERBANIA – 22.02.2016 – Che cosa accadrà di preciso

lo si saprà solamente stasera a Palazzo Flaim, dove si riannoderanno i fili della maggioranza di Verbania che da venerdì – e ancora in queste ultimi febbrili ore di incontri e consultazioni – si sta cercando di sbrogliare, dipanare, risolvere. Al primo Consiglio comunale dopo il “caso” Brezza-Lo Duca e le frizioni interne alla maggioranza di centrosinistra che governa Verbania dal 2014, il sindaco Silvia Marchionini s’è trovata tra le mani una prima gatta da pelare. Se l’anno scorso la maggioranza non aveva avuto problemi, anche con l’appoggio di alcuni gruppi di minoranza, a votare l’esternalizzazione del forno crematorio e dei servizi cimiteriali di Pallanza, l’argomento è diventato “caldo”.

Stasera si discute e si vota la proposta di revoca della delibera di esternalizzazione avanzata da alcuni gruppi di minoranza anche con lo scopo di bloccare l’iter del referendum. Venerdì la maggioranza (alla presenza anche di alcuni dei “saggi” indicati dal Pd per gestire la fase pre-congressuale) s’è riunita e l’unità s’è rotta. Nessuno ha fatto marcia indietro sull’esternalizzazione, ma è stato dato un chiaro chi va là al sindaco da una parte consistente del gruppo sul progetto di project financing, che non convince. Di fronte alla minaccia di votare l’ordine del giorno della minoranza, il sindaco – naturalmente contraria – ha ripiegato promettendo una dichiarazione pubblica in Consiglio che vada incontro alle richieste della sua minoranza interna. Proposta che non piace perché, come ha detto più d’una persona, dopo la vicenda dell’ex Pretorio, non c’è molta fiducia nelle promesse del sindaco, che aveva garantito che il negozio al piano terra non sarebbe stato venduto. Venerdì le parti si sono aggiornate con un nulla di fatto e tra il fine settimana e oggi il confronto è proseguito a distanza, tra gruppi pro e contro, telefonate e anche incontri a Palazzo di Città. Una posizione chiara e univoca, almeno fino al  primo pomeriggio di oggi non c’era. È probabilmente da escludere che qualche consigliere di maggioranza voti, così com’è, l’ordine del giorno della minoranza. Più facile che ne venga proposto uno alternativo che confermi l’idea di esternalizzazione ma ponga paletti sul progetto in atto. A quel punto, se la parte vicina al sindaco proseguisse nel ribadire il “no”, si rischierebbe di andare alla conta, con esiti imprevedibili. 

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicità in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Se prosegui nella navigazione di questo sito acconsenti l'utilizzo dei cookie.