TORINO – 18.09.2015 – È tutta una questione di soldi.
Quelli “scippati” da governo e Regione, quelli che il Vco reclama per non finire in dissesto, quelli che un tribunale ha riconosciuto come tagli illegittimi, quelli che la Regione offre come “risarcimento”. Su questi ultimi, oggi, s’è consumato lo strappo. A Torino il vicepresidente del Piemonte Aldo Reschigna s’è trovato faccia a faccia con gli otto presidenti di Provincia e Città metropolitana ai quali potrebbe presto dover restituire una discreta somma e ai quali ha proposto un accordo per chiudere tutti i contenziosi aperti. Sul piatto sono stati messi 95,2 milioni di euro, di cui 4 milioni per il Vco. Pochi, secondo Costa, che ne aveva chiesti almeno altri 3 sui canoni idrici (20 milioni l’anno circa) che si producono sul territorio grazie alle centrali idroelettriche e che la Regione introita per intero. La cifra chiesta – 3 milioni – altro non è che il denaro occorrente per chiudere il bilancio entro il 30 settembre senza dover dichiarare il dissesto finanziario.
Quando Reschigna ha risposto “no”, Costa ha preso atto e, valutato che il diniego equivale a portare la Provincia alla “bancarotta”, ha detto no all’intesa. Nell’immediato la prima conseguenza è la dichiarazione di dissesto, a meno di “qualche magia dell'ultimo momento assai improbabile”, sostiene Costa. Quali ricadute avrà sui servizi, in primis la salatura e lo spazzamento delle strade provinciali durante l’inverno, è da vedere.
La partita, che segna anche una discontinuità politica tra Regione a guida Pd e Provincia a guida Pd, si sposta ora in tribunale e all’udienza di dicembre che chiarirà la vicenda dei tagli anticostituzionali. Il denaro che il Vco reclama è dovuto per le cosiddette funzioni delegate, quei compiti cioè che competono per legge alla Regione e che la Regione ha delegato alle Province. Il passaggio in teoria deve avvenire con contestuale adeguata dote finanziaria. In realtà, soprattutto con l’impennata dei tagli statali, non è più così da tempo. La Provincia spende più di quanto incassa e la conseguenza non può che essere il default.
Costa non accetta la “mancia” della Regione: Provincia verso il default