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porto affondato vb 2013
VERBANIA – 16.09.2015 – Sono passati quasi due anni 
dall’11 ottobre 2013,

giorno in cui il porto turistico di Pallanza affondò in una notte di tempesta trascinando sul fondo decine di imbarcazioni ormeggiate ai moli. Se da un lato la struttura è del tutto abbandonata e, a parte un progetto di massima, non è ancora stata imboccata la strada per la sua ricostruzione; dall’altra proseguono le cause civili per il risarcimento dei danni. Privati e compagnie di assicurazione che nel frattempo hanno liquidato i danni ai loro clienti hanno citato il Comune e il gestore del porto – la European nautic service – per quasi un milione di euro. Nel difendersi allontanando da sé le responsabilità, entrambi s’appellano all’eccezionalità dell’evento e alle responsabilità dei proprietari nell’ancoraggio al molo dei natanti. Sono già cinque le cause civili avviate, che il giudice del tribunale di Verbania Mauro d’Urso ha accorpato in un unico procedimento in attesa del quale la novità di questi giorni è l’avvio di un accertamento tecnico preventivo sulle “macerie” del porto.

A chiederlo è stato il Comune di Verbania, che ha intenzione nel minor tempo possibile di mandare al macero i pontili di cemento, i blocchi di polistirolo e i rimasugli di metallo accatastati nel piazzale del lungolago Palatucci. Poiché sono anche potenziali prove del processo civile, prima di indirizzarli alla discarica è necessario che siano fotografati, esaminati, catalogati e analizzati.

Il giudice l’8 settembre ha incaricato a questo scopo l’ingegner Federico Colacino di Torino, che ha già convocato le parti nel suo studio lunedì prossimo per avviare i lavori peritali che dovranno concludersi entro il 20 marzo. Già entro il 15 gennaio il tecnico dovrà stilare una prima bozza alla quale le controparti potranno presentare osservazioni entro il 20 febbraio.

L’incarico prevede che vengano fotografati tutti i materiali, a terra e in acqua, se ne rilevino le dimensioni, si prelevino campioni di cemento per analisi. Gli viene anche chiesto di spiegare, il giorno dell’affondamento, quali fossero le condizioni della struttura e la disposizione delle barche affondate, e quali condizioni meteo vi fossero. È facoltà del perito indicare se e quali materiali dovranno essere conservati per eventuali futuri rilievi.

Il giudice ha anche disposto che un acconto di 10.000 euro sul costo della perizia sia pagato in parti uguali tra Comune e gestore.

C’è anche un altro fronte giudiziario aperto sul porto. La European nautic service ha infatti presentato ricorso al Tar contro il provvedimento del Comune che ha affidato la gestione del bar-ristorante a un privato. L’udienza si terrà a febbraio 2016. 

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