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mini idro

VERBANIA – 06.02.2019 – Senza gli incentivi,

l’intero settore del mini-hydro è a rischio. È forte la preoccupazione che si leva da FederIdroelettrica. L’associazione di categoria dei produttori idroelettrici che nel Vco raccoglie 29 associati –proprietari di piccoli impianti sotto i 3 MegaWatt di potenza– si schiera contro lo schema di decreto che, voluto dal governo e ora al vaglio dell’Unione europea, prevede l’abolizione degli incentivi per chi ricava corrente elettrica dall’acqua fluente dei fiumi. Sono numerose, nel Vco, le centraline realizzate negli ultimi anni lungo corsi d’acqua piccoli e medi, impianti che deviano l’acqua in una turbina e la rilasciano dopo poche decine di metri a valle. Impianti che spesso sono stati avversati dagli ambientalisti, verso le cui posizioni s’è orientato l’attuale governo gialloverde, con il M5S primo sostenitore della legge. “Non è così – sostiene FederIdroelettrica Vco –: è assolutamente possibile realizzare un impianto idroelettrico nel rispetto di tutte le componenti ambientali”.

La questione è in primo luogo politica. “Il ministero dell’Ambiente nel febbraio 2017 ha emanato due decreti, uno per la valutazione ambientale ex-ante delle derivazioni idriche e l’altro per l’aggiornamento dei metodi di determinazione del deflusso minimo vitale al fine di garantire il mantenimento nei corsi d’acqua del deflusso ecologico a sostegno del raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale dei corpi idrici definiti – affermano i produttori –. Con questo decreto vengono inspiegabilmente negati gli incentivi a quegli impianti che rispettano quanto previsto dai suddetti decreti”.

Dietro questa scelta c’è il rischio economico di un settore che andrebbe in crisi: “La ‘distruzione’ del mini idroelettrico avrebbe gravi conseguenze sull'indotto, a partire dagli studi di progettazione fino ad arrivare ai costruttori di turbine. L’intero comparto, già in crisi perché il mercato è praticamente fermo da oltre due anni, è preoccupato. La politica intrapresa dal Movimento 5 Stelle sarebbe un gravissimo colpo che costringerebbe molte aziende dell’indotto a chiudere i battenti”. Oltre al richiamo ai pentastellati, c’è l’appello alla Lega “che aveva ‘promesso’ di dare battaglia affinché fossero previsti nel decreto gli incentivi altrimenti negati dal Movimento 5 Stelle, ma che ora tace e non rilascia più dichiarazioni al riguardo”.

 

 

 

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