1

poste allarme

VERBANIA – 05.02.2019 – L’allarme è ufficialmente rientrato

solo verso le 19, quando da Torino è giunta la conferma che la polvere sospetta non era antrace, né altra sostanza nociva, ma semplice farina di ceci. È durato quasi dieci ore, ieri, l’isolamento forzato che undici dipendenti di Poste italiane –insieme a polizia e vigili del fuoco– hanno vissuto nel deposito di via Galliani, a Possaccio. Quel pezzo di capannone a ridosso dell’ex villaggio della Cartiera è lo snodo nevralgico in cui transitano i pacchi destinati a Verbania e al Verbano. Tra questi c’era una confezione di farina biologica acquistata on-line da una famiglia residente a Suna. Evidentemente nei vari passaggi da camion a camion, quel collo s’è danneggiato. Quando s’è aperto uno squarcio nel cartone la polvere chiara fuoriuscita ha fatto scattare l’allarme. Il “giallo”, per la verità, è stato chiarito molto presto. Mentre i vigili del fuoco del nucleo specializzato Nbcr (nucleare, batteriologico, chimico e radiologico) prelevavano un campione da far analizzare, la polizia ha indagato sull’etichetta, risalendo al destinatario del pacco. E agli acquirenti, marito e moglie quarantenni che hanno due figlie piccole. Lui è stato chiamato in questura e ha recuperato anche l’e-mail che confermava l’ordine d’acquisto della farina di ceci. S’è comunque dovuto rispettare il protocollo ufficiale e attendere il via libera, che ha solo prolungato di qualche ora una giornata già di per sé lunga.

 

 

 

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicità in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Se prosegui nella navigazione di questo sito acconsenti l'utilizzo dei cookie.