VERBANIA – 29.01.2019 – Vorrei ma non posso,
oppure vorrei ma devo capire in che modo e come giustificarlo. Arriva a fine assemblea, quando la buona parte della platea se n’è già andata, l’intervento chiarificatore di Aldo Reschigna. Il vicepresidente della Regione, già sindaco di Verbania, replica all’ex assessore provinciale (giunta Nobili 1999-2014) Gian Paolo Blardone sulle vecchie diatribe Vco-Regione sui canoni idrici e invita tutti a essere schietti. “Ho detto che sono pronto a discutere col presidente della Provincia una soluzione che permetta di andare avanti, ma devo trovare il modo e stabilire una cifra. Sto cercando di capire come, perché in Piemonte non ci sono solo le esigenze del Vco e anche altre Province sono in difficoltà”. Oltre che economica, dunque, la questione è di opportunità politica e risiede nella volontà di non mostrarsi di parte e di non esporsi alle critiche del resto della regione. La strada, a dire il vero, l’aveva indicata l’ex presidente Stefano Costa, suo collega di partito, che ricordando il ricorso al Tar per svariati milioni di canoni idrici arretrati che reclama il Vco “ma che per noi non esistono – ha chiarito Reschigna –, compresi quelli spesi dalla giunta Nobili senza che ci fosse un atto ufficiale a stanziarli, se non una lettera dell’assessore al Bilancio” e che si discuterà a giugno, ha proposto di aprire una trattativa per accordarsi prima ed evitare il pronunciamento dei giudici.
Contro un provvedimento una tantum “serve una soluzione stabile e duratura” s’è detta Silvia Marchionini. Il sindaco di Verbania, rivendicando d’aver stanziato risorse proprie per l’edilizia scolastica e il Movicentro, ha anche sollecitato i leghisti che oggi sono al governo: “andate a prenderli a Roma i soldi”. “Non vedo seduto qui nessuno del governo, mentre la Regione c’è” – ha aggiunto. Proprio da Roma –sponda M5S– potrebbe arrivare paradossalmente una grande e positiva novità per il Vco. Con un emendamento al Decreto semplificazioni, il sottosegretario novarese Davide Crippa ha messo nero su bianco il trasferimento in automatico dalla Regione alle Province del 60% dei canoni idrici incassati sul territorio, una partita che vale per il Vco poco meno di 8 milioni. “Per il bilancio del Piemonte sarebbe un problema – ha spiegato Reschigna –, ma almeno ci sarebbe una legge chiara”. Se questo iter andasse in porto (il Decreto è ancora da approvare) Roma farebbe ciò che Torino, per volontà politica, non ha mai fatto: rendere automatici i canoni idrici. Purtroppo, probabilmente, solo dal 2020, mentre il Vco di quei soldi ne ha bisogno oggi.