VERBANIA – 26.01.2019 – Tre anni di tasse locali “congelate”,
nessuna cartella esattoriale e una dilazione più lunga di quanto già consentito. È un trattamento di favore in nome della “stretta e proficua collaborazione” instaurata e finalizzato a evitare la dichiarazione di fallimento quello che la giunta Marchionini ha deliberato nei confronti di Acetati immobiliare. Il 21 gennaio i vertici della società con sede a Tortona, impegnata da mesi a ottenere dal Tribunale di Alessandria l’omologa del piano di ristrutturazione dei debiti secondo le norme della legge fallimentare, ha presentato al comune di Verbania la richiesta di una sorta di moratoria sui debiti già scaduti e su quelli a venire da qui al 2022, ultimo anno del piano. Richiesta che la giunta ha licenziato già il giorno dopo, con un atto di indirizzo al funzionario responsabile del settore Tributi. Non si tratta di una decisione vera e propria, perché la giunta non ha il potere di rinviare l’incasso delle tasse locali (Tasi, Imu e Tari) oltre quanto già previsto, né le imposte possono –come gli altri debiti di Acetati immobiliare– essere oggetto del piano di ristrutturazione. È, appunto, l’input dato al funzionario preposto all’incasso per andare oltre le dodici rate di Imu e Tasi e le diciotto di Tari che già oggi si possono concedere a chi è in comprovata difficoltà economica.
La partita Acetati, per come è stata impostata, prevede sostanzialmente che l’azienda possa pagare, con sanzioni del 30% e interessi legali, con tre anni di distanza dall’accertata evasione del tributo locale senza che subisca la riscossione coattiva, che potrà avvenire “non prima del 1° ottobre del terzo anno successivo a quello in cui gli accertamenti diverranno esecutivi”. In concreto: il 2018 potrà essere pagato (con un sovrappiù, naturalmente) entro il 2021 e il 2022 entro il 2025.
La giunta giustifica questa decisione straordinaria con la volontà di evitare il fallimento di Acetati Immobiliare e la motiva con, secondo i “principi di efficacia, efficienza, economicità e buon andamento dell’azione amministrativa”, l’opportunità di evitare “i costi di un’azione coattiva di recupero tributario”.
A oggi l’arretrato di Acetati immobiliare è di 356.271 euro: 138.133 del 2017 e 218.138 del 2018. Nel dettaglio: 87.182 di Tasi (37.182 e 54.000 per le due annualità), 242.434 di Imu (98.934 e 143.500, di cui una gran parte –94.197 e 138.060– di spettanza dello Stato), 18.620 di Tari relativa al solo 2018.