VERBANIA - 19.01.2019 - C'è sempre qualcosa di misterioso nella nascita di un'idea, nell'incipit di un progetto complesso chiamato a dare senso alla forma - come capita all'arte - e concretezza all'estetica - com'è per l'architettura. Una costruzione ispirata, un processo che prende vita, poco a poco, linea dopo linea diventando disegno. Ed è tra tentativi, aggiunte, sottrazioni che il processo creativo dell'artista (o dell'architetto) si rivela sulla carta, svelando sempre qualcosa dell'artefice. C'è dunque molto di intimo, di profondamente personale in quei disegni che Salvador Arroyo ha donato al Museo del Paesaggio ed esposti nelle sale azzurre del primo piano di Palazzo Viani Dugnani fino a marzo. C'è il racconto della nascita del Cem-Il Maggiore, disegni "visionari" come recita il sottotitolo della mostra curata da Francesco Lillo: "Friendly Stones", pietre amiche, richiamo inevitabile alla congiunzione tra sasso e acqua che l'architetto spagnolo ha così prepotentemente evocato nella sua costruzione. "La verità è che questo teatro mi ha scatenato la voglia di disegnare", racconta un po' sorridendo, alla domanda se non si consideri antico, visto che oggi gli architetti - ben supportati dalle tecnologie - quasi non sanno più disegnare: "Disegno molto, disegno ovunque, su piccoli taccuini quando viaggio, ed io sono sempre in giro nel mondo, o su altri formati quando s'è trattato di raccontare al mio team l'idea che avevo in mente. Ma non sono disegni del prima o del dopo, sono disegni nati intorno al Cem. Ispirati a esso e da esso ispirati, qualcosa come un rapporto padre - figlio". Ore trascorse in solitudine sulla rive del lago, a cogliere l'abbraccio della cornice montuosa, delle pietre del fiume, della volta stellata. Al centro i "sassi" del Cem, che nei disegni di Arroyo giganteggiano sino ad assumere sembianze umane "Forse sono le ombre che vedevo sul muro da bambino, e chiamavo mia madre perchè c'erano persone nella stanza. Chissà deve esserci anche qualcosa di psicanalitico, oltre alla mia ossessione per l'idea del lago e delle pietre". In realtà ci racconta che non c'è costruzione architettonica senza un'ispirazione artistica: "Noi architetti di una volta frequentavano le belle arti, vi arrivavamo in 600, ne uscivamo in 50 o 60. Imparavamo a disegnare la natura". Quindi il Museo del Paesaggio è una collocazione ideale per i suoi disegni: "Non poteva esserci luogo migliore. E sono felice di aver donato i miei disegni alla alla città che mi ha dato l'opportunità di costruire un bellissimo edificio".
Nelle cinque sezioni del percorso espositivo che si dipana tra una sessantina di disegni e schizzi, non c'è un solo tratto che rimandi ai tecnicismi del mestiere (quelli arrivano solo dopo), c'è invece un racconto emozionale che parte dalle "pietre amiche" e dalla loro organizzazione, sino a svelare come quegli spazi tra i quattro sassi (oggi purtroppo inutilizzati) siano stati concepiti come una "caverna artificiale" protetta da un leggero "baldacchino" (il cielo? il guscio?) e come la grande vetrata che s'affaccia al lago altro non sia che una "scatola di vetro" atterrata tra i sassi, dove l'architetto ha immaginato - e disegnato - persone che ballano felici. "I disegni sono un'interpretazione del mondo naturale - scrive Arroyo nella nota di presentazione - La natura acquista il doppio ruolo di testimone del paesaggio e di presenza sul lago. Il lago accoglia chi danza e festeggia la bellezza dell'ambiente". Le visioni d'insieme di questo progetto che così profondamente ha modificato il paesaggio cittadino, completano il percorso. L'esposzione è stata inaugurata questa mattina, alla presenza tra gli altri di Salvador Arroyo.
LA MOSTRA: “Friendly Stones - la nascita di un’idea”. Il “Maggiore” di Verbania nei disegni visionari di Salvador Arroyo.
Museo del Paesaggio: 19 gennaio - 10 marzo 2019.
Orari: venerdì 14-17; sabato e domenica 11-17.
Costo della vista incluso nel biglietto del museo.
Antonella Durazzo