VENARIA REALE – 12.01.2019 – Come un malato di lusso
dalle dimensioni extralarge, il dipinto di Palma il Giovane se ne sta sul suo letto di assi sotto la lente e le cure sapienti degli esperti del Centro per la Conservazione ed il Restauro dei Beni Culturali di Venaria Reale. La scorsa estate sono cominciati gli interventi su “La celebrazione della vittoria di Lepanto”, la tela lunga 7,20 metri e alta più di 4 che per oltre un secolo -anno più anno meno- ha fatto mostra di sé nel salone al piano nobile di Villa San Remigio, e dove tornerà prima o poi, anche se non si sa quando.
UN RESTAURO IMPORTANTE
“E’ un restauro eccezionale”, spiega la storica dell’arte Marianna Ferrero, responsabile dell’area programmazione del laboratorio di restauro del Centro di Venaria: “A causa delle dimensioni imponenti, restituire leggibilità alla pittura è un bella sfida, ed è anche un bel caso per gli studenti del corso universitario di restauro che si confrontano con una rarità. Grazie però alle esperienze pregresse possiamo dire che sui grandi formati adottiamo gli interventi migliori”. Ritirato lo scorso marzo dalla Villa della Castagnola –dove erano in corso i lavori di ristrutturazione edilizia– gli interventi veri e propri sulla tela del pittore Jacopo Negretti, detto appunto Palma il Giovane (Venezia, 1548/1550 – 1628) sono partiti solo nei mesi scorsi: “Siamo ancora nelle fasi preliminari – spiega Ferrero – anche se è già possibile affermare che l’opera non è particolarmente malmessa. La problematica più importante al momento è la pulitura – prosegue – che deve essere omogenea. E su una superficie tanto ampia, dove ogni campitura di colore risponde in maniera differente, occorre fare molte prove”.
La scoperta e l'eliminazione delle malformazioni dello strato pittorico -quindi il restauro strutturale, che include lo studio sullo stato della foderatura- della tela (che è composta dall’unione di più tele), del telaio e della cornice rientrano nel programma delle opere. Il tutto facendo anche i conti con fondi limitati, che probabilmente non consentiranno interventi significativi sulla doratura della cornice. I lavori sono stati finanziati con 20.000 euro da un bando di Crt, con altrettanti euro dalla Reggia della Venaria, in minima parte col 5 per mille e in parte ancora dal comune di Verbania (che ha coperto le spese di trasporto). Fondi rimasti incerti sino all’ultimo momento e dei quali solo a marzo scorso s’è avuta certezza. “Il dipinto ha subito sicuramente delle manomissioni, dei ritocchi – prosegue Ferrero -. La nostra priorità è riportarlo il più possibile all’origine, ovvero mirare alla massima conservazione, con interventi che vadano a restituirgli l’equilibrio cromatico e pittorico”.
UN DIPINTO CHE NASCONDE SEGRETI
“Il dipinto di Palma ha sicuramente subito interventi precedenti, ma è bellissimo”, chiosa Marianna Ferrero, raccontando come gli studi del laboratorio di restauro abbiano permesso di confermare quanto la scarsa documentazione storica aveva tramandato. Proveniente dalla chiesa bresciana di Santa Giustina, il dipinto era in origine ancora più grande e andava a costituire una pala d’altare: “Fonti del ‘700 ci descrivono un dipinto con una composizione d’altro respiro, con una parte superiore, poi troncata, dove probabilmente figuravano dei puttini e una Trinità. Tagli che i restauratori confermano". Ma “La celebrazione della battaglia di Lepanto” non è solo un dipinto importante per le sue dimensioni e la sua età: “E’ un dipinto anomalo - aggiunge Ferrero – una committenza ecclesiastica acquisita infine da collezionisti privati (i coniugi Sophie Browne e al marchese della Valle ndr) che portano sul lago Maggiore questo esempio di pittura veneta. Insomma, credo che abbia tutte le caratteristiche per diventare un elemento di richiamo per la Villa San Remigio”.
Intanto ai verbanesi che ne avessero nostalgia, ricordiamo che i laboratori dell’importante centro di restauro (tra i primi in Italia) sono aperti al pubblico ogni primo sabato del mese. E sono gli stessi restauratori a guidare il pubblico in visita ai laboratori, dove tra le altre opere, si lavora anche al grande dipinto di Palma.
IL PALMA E I VERONESE MILIONARI
Il dipinto di Palma il Giovane nell’ottica di una destinazione turistico-culturale della Villa San Remigio potrebbe rappresentare un elemento significativo, assieme, magari, agli altri due tesori, ancora più preziosi, provenienti dalla storica dimora della Castagnola: le due allegorie del Veronese: la “Scultura” e La Geografia” scoperte dalla ricercatrice Cristina Moro nel 2013. Considerate sino a quel momento “opere di bottega” e inventariate per la ridicola cifra di 7.000 euro, oggi le due opere del maestro veneto sono assicurate per oltre un milione di euro. La loro proprietà è della Regione, come d’altronde la Villa, concessa in comodato d’uso al comune di Verbania. Dopo un restauro al Centro di Venaria (a spese della Reggia) e il prestito per mostre temporanee nell’anno del Veronese, i due dipinti oggi fanno parte del percorso espositivo della Reggia, collocate nella quadreria assieme alle opere della Galleria Sabauda (foto a lato): “Sono molto ben valorizzate” spiega la conservatrice Silvia Ghisotti, che al momento sta pensando ad una collocazione temporanea, ben più complicata date le dimensioni, del dipinto di Palma il Giovane. Avendo contribuito con 20.000 euro al suo restauro, la Reggia avrà infatti il diritto di esporlo in maniera temporanea. “Sul come e quando ci stiamo ragionando – dice la conservatrice - . Una delle ipotesi è allestire un’esposizione dedicata proprio al suo restauro, ma dovremmo trovare uno spazio adeguato, forse nella chiesa. Certo il Palma ha una sua storia, molto interessante da studiare ed approfondire. Insomma, la materia del dipinto c’è”. Anche l’intenzione di restituire l’opera a Verbania pare esserci tutta, ma la decisone finale spetterà alla Soprintendenza nel momento in cui Villa San Remigio potrà rispondere a tutti i requisiti di sicurezza per custodire opere di acclarato valore. Il futuro delle tele va dunque ad incrociarsi con il tema - ancora in divenire- della destinazione della dimora storica restaurata in gran parte con i fondi dei bandi emblematici Cariplo anche in virtù dei tesori su tela che vi erano custoditi.
Antonella Durazzo
Foto: la Celebrazione della battaglia di Lepanto al restauro e, in basso, nella vecchia collocazione a Villa San Remigio