VERBANIA – 07.01.2019 – Alla fine si vedranno giovedì,
parleranno dell’annunciato dissesto della Provincia e, con buone probabilità, si lasceranno con pochi risultati concreti e una scia di polemiche. È un botta e risposta politico (anche) dal sapore pre-elettorale quello che in questi giorni è andato in scena sull’asse Verbania-Torino. La presenza, venerdì scorso al Consiglio provinciale, del sottosegretario agli Interni Stefano Candiani, invitato dal centrodestra (Candiani è della Lega) per parlare del possibile dissesto dell’ente e del suo possibile ruolo di mediatore con la Regione per fondi extra da destinare al territorio, aveva sollevato la piccata replica del vicepresidente della Regione Aldo Reschigna, che aveva invitato il leghista Enrico Montani a guardare a Roma (il governo) per cercare i responsabili dei mancati trasferimenti all’ente. Abbiamo chiesto un incontro urgente ma Reschigna non c ha chiamato – avevano replicato in Consiglio provinciale il presidente Arturo Lincio e suoi consiglieri di maggioranza. L’ex sindaco di Verbania la sera, nella trasmissione di AzzurraTv “Il sasso nello stagno”, aveva negato d’essere stato contattato, riconducendo le polemiche a mosse elettorali. Dopo queste dichiarazioni, oggi c’è stato un altro botta e risposta a suon di comunicati stampa, con la maggioranza in Provincia che ha diffuso le e-mail in cui chiedeva un incontro, e la replica di Reschigna che –annunciando un incontro per giovedì mattina– ha invitato a cessare le polemiche e a non esasperare i toni.
Con queste premesse, considerando anche le richieste del Vco a Torino (il trasferimento per legge dei 18 milioni annui dei canoni idrici), è difficile pensare che si possa trovare un punto d’incontro ed evitare la dichiarazione di dissesto, anche perché le ragioni della crisi della Provincia sono duplici, e riguardano in primis non i canoni idrici (che sarebbero stati un ricco surplus), ma gli impossibili tagli di bilancio effettuati dai governi Monti, Letta, Renzi e Gentiloni, ai quali Torino non può certo porre rimedio.
La polemica, su entrambi i fronti, può essere annoverata tra le schermaglie politiche in vista del più importante appuntamento elettorale del 2019, le elezioni regionali in cui il governatore uscente Sergio Chiamparino e la sua coalizione si presentano in calo sull’onda del trend nazionale negativo al Pd e nel quale il centrodestra conta di avere buone chance per tornare a comandare in piazza Castello.