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VERBANIA – 18.12.2018 – Sull’ospedale unico

il centrodestra sale sull’Aventino. Alla Rappresentanza dei sindaci di venerdì, come preannunciato, gli esponenti della parte politica avversa a quella che governa la Regione e che è favorevole all’ospedale unico provinciale di Ornavasso collina (ma che, quindici anni fa, ha avversato in ogni modo il progetto di Piedimulera difendendo la sopravvivenza di “Castelli” e “San Biagio”) ha marcato visita. Il domese Lucio Pizzi e il sindaco di Borgomezzavalle Alberto Preioni (esponente di spicco della Lega, in pole position per una candidatura regionale) non si sono presentati e, insieme al primo cittadino di Omegna Paolo Marchioni e al cannobiese Giandomenico Albertella, hanno affidato a un comunicato stampa la loro posizione. Che, nel merito, non è né favorevole, né contraria. I quattro non dicono sì (ma nemmeno no) all’ospedale unico del Vco, né si esprimono sulla localizzazione. La loro è una posizione attendista, critica e –così dicono– di preoccupazione per la salute dei cittadini. Senza una linea politica chiara e accomunati, anche al di là dell’appartenenza territoriale (un fattore decisivo in una provincia divisa su questo tema, soprattutto lungo l’asse Domo-Verbania) dall’essere alla vigilia della campagna elettorale regionale, si trincerano dietro le promesse disattese sui tempi. “La Regione Piemonte che non ha mantenuto gli impegni assunti con la firma nel dicembre 2015 del protocollo di intesa, che ha attivato una procedura senza rispettare un solo passaggio del protocollo ottenuto tre anni fa – scrivono – oggi si presenta alla Conferenza dei sindaci per comunicare genericamente sull’“aggiornamento - nuovo ospedale unico di Ornavasso’ (…). Nel frattempo stiamo ancora aspettando dal direttore generale dell’Asl Vco parte della documentazione richiesta nel maggio scorso, sollecitata a settembre e successivamente ad ottobre”. In mancanza di questi dati, i quattro sindaci, ritenendo l’uscita verbanese “un tour elettorale del vicepresidente della Regione e dell’assessore alla Sanità”, l’hanno disertata. Sulla Casa della salute, invece, il giudizio è negativo: “Non confondiamo due ambulatori per la gestione delle cronicità aperti al pubblico solo nel pomeriggio da lunedì a venerdì con la Casa della Salute, che per noi è ben altro, una struttura organizzata aperta 7 giorni su 7 h 24”, concludono lanciando un monito: “visti gli anni di ritardi accumulati dalla Regione e l’indeterminatezza dei tempi che continuano ad allungarsi, siamo sempre più preoccupati e, oggi più che mai, siamo pronti, state certi, a difendere il diritto alla salute dei nostri cittadini e dei nostri ospedali”.

 

 

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