VERBANIA - 19.12.2018 - Si poteva fare di più.
Dopo il taglio del nastro nei giorni scorsi della “Casa della salute” di Verbania, il Comitato salute Vco interviene per esprimere un plauso e per chiedere passi avanti. “Questo tassello va a consolidare quella sanità del territorio per la quale da tempo ci battiamo. Il territorio provinciale è oggi presidiato, seppur non organicamente, dalla presenza storica di Cannobio, da quelle più recenti di Crevola e di Omegna e da quella che si profila all'orizzonte di Premosello - affermano i responsabili del movimento -. Questa lentezza è imputabile anche a fattori oggettivi. Uno di questi è l'adesione su base volontaria del medici di medicina generale e per questa disponibilità vogliamo ringraziare i 16 medici di famiglia che rendono possibile a Verbania questo avvio, come pure gli altri 8 che opereranno comunque in collegamento con loro. Pesa, però, anche l'assenza di una rinnovata convenzione con lo Stato, ormai scaduta da troppi anni. Su Verbania, poi, non possiamo evitare di sottolineare il ritardo nella realizzazione della Casa della salute e il modesto risultato organizzativo, che prevede la copertura giornaliera di 5 ore per 5 giorni alla settimana. E' certamente un positivo passo avanti, ma è ben lontano da quello che ci si aspettava. Come avevamo suggerito, il problema degli spazi insufficienti andava risolto ricollocando altrove alcuni servizi distrettuali".
Sulla sanità territoriale e sul rapporto con l'ospedale, il Comitato Salute Vco non vuole fraintendimenti. "Durante la cerimonia di presentazione è stato anche affermato che la collocazione finale della Casa della salute di Verbania sarà all'interno dell'ospedale Castelli. Un'ottima soluzione che conferma l'impegno di non abbandonare l'utilizzo sanitario del nosocomio verbanese, come logico che sia anche per il San Biagio di Domo. Però non siamo tranquilli. Non vorremmo, infatti, che la Casa della salute al Castelli fosse condizionata all'apertura del nuovo nosocomio previsto ad Ornavasso. Con l'aria che tira attorno a questo progetto, questo azzardo metterebbe a rischio tutta la "rete sanitaria del territorio. Diciamo perciò con chiarezza che le sorti dell’ospedale nuovo, che ci auguriamo venga costruito senza ulteriori incertezze, non devono interferire con la funzionalità della medicina territoriale che si sta faticosamente realizzando”.