VERBANIA – 08.12.2018 – Il contenzioso legale

fatto di carte bollate, sanzioni, decreti, ordinanze e sentenze, va avanti da una dozzina d’anni, da quando il comune di Crevoladossola contestò all’impresa “Sarizzo di Crodo” irregolarità nella coltivazione della cava di gneiss in località Rencio. Quei rapporti tesi tra la società e l’ente pubblico furono determinanti in quanto accadde il 12 settembre 2013, quando vigili e tecnici comunali che volevano entrare in cava per un sopralluogo non furono ammessi. Quel diniego portò a una denuncia e al processo che ha visto imputata al Tribunale di Verbania l’amministratrice della “Sarizzo di Crodo”, Paola Marabini. Accusata dell’inosservanza di un provvedimento dell’autorità e, soprattutto, di interruzione di pubblico servizio, è stata assolta con formula piena dal giudice Rosa Maria Fornelli perché il fatto non sussiste. Nonostante ieri al processo fossero attese le deposizioni di numerosi testi, compreso l’ex sindaco Giovanni Rondinelli, il magistrato ha sfoltito la lista dei testimoni acquisendo, con il consenso delle parti, gli atti d’indagine e risolvendo con una brevissima camera di consiglio il processo.

Il fatto contestato riguarda l’accesso negato a settembre –ma poi concesso a ottobre– alle autorità che volevano controllare la pericolosità della cava, in quel momento non in funzione. In occasione del secondo sopralluogo, come è stato riferito in aula, fu riscontrato che non c’era alcun pericolo di frane o cedimenti che minacciasse la viabilità e che l’unico masso precipitato nel piazzale, sfondando le reti paramassi, era caduto dall’alto a causa di fenomeni naturali normali. Il primo non fu concesso su consiglio dei legali della società, stante la situazione di contenzioso in essere.

Insistendo sulla totale inesistenza dei due reati l’avvocato Alberto Pelfini, difensore di Marabini, ha chiesto l’assoluzione, accordata dal giudice a fronte della richiesta di condanna a un mese del pm Maria Portalupi.