VERBANIA – 06.12.2018 – Una passeggiata,
un piede in fallo in una buca del marciapiede, un trauma alla caviglia e – anni dopo – il processo. Risale al 20 novembre del 2012 l’infortunio che una donna residente a Ghiffa ebbe nel pomeriggio in cui, insieme a un amico, lasciata l’auto a Villa Taranto s’incamminò per la ciclabile di via Vittorio Veneto prima di salire in Castagnola da via Panoramica. Ed è su questa strada privata ma di uso pubblico asfaltata dal Comune una decina d’anni fa, che si fece male. Non s’avvide di un buco nel marciapiede nascosto dalle foglie, inciampò e cadde. La caviglia si gonfiò subito e, impossibilitata a muoversi, fu soccorsa da una passante che l’accompagnò al Dea dell’ospedale “Castelli”. Per quel trauma da più di 40 giorni di prognosi la signora ha chiesto un indennizzo al comune di Verbania, che ritiene responsabile della mancata manutenzione della strada, sporgendo anche una denuncia, finita in un processo per lesioni colpose a carico del dirigente dei Lavori pubblici, l’ingegner Noemi Comola, che la Procura ritiene responsabile della mancata manutenzione della strada.
Dopo numerosi rinvii per trovare un accordo (anche chiamando in causa l’assicurazione dell’ente) che non s’è perfezionato, oggi il giudice di pace Silvia Terracciano ha aperto il dibattimento, ascoltando il racconto della parte offesa, costituita parte civile con l’avvocato Gabriele Pipicelli sostituito dall’avvocato Alessandro Corletto, e rinviando il processo con l’invito alle parti (l’ingegnere è rappresentata dall’avvocato Giovanni Aquino) a transare per evitare di dover andare a sentenza.


