VERBANIA – 30.11.2018 – La carta d’identità vera
stava nel bagaglio e ai poliziotti mostrò i documenti di un altro. Anziché qualificarsi come un profugo del Mali di 27 anni ospite dell’Italia come richiedente asilo, disse di essere un 35enne della Costa d’Avorio regolare nel nostro Paese. Ma al sovrintendete capo della polizia che lo controllò, il 15 febbraio 2017 sul treno Euronight 220 Milano-Basilea, la mancata somiglianza tra il passaporto e il permesso di soggiorno esibiti balzarono subito all’occhio, tanto che lo trattenne per approfondimenti. Nel bagaglio del giovane fu trovata una carta d’identità, non valida per l’espatrio, e il successivo controllo in banca dati delle impronte permise alla polizia di identificarlo con precisione. E di denunciarlo per sostituzione di persona, reato per il quale il Tribunale di Verbania l’ha condannato a 6 mesi (il pm ne aveva chiesti 2) con i doppi benefici della sospensione della pena e della non menzione nel casellario giudiziario. Il giudice ha anche disposto la distruzione dei documenti d’identità che gli erano stati sequestrati e che, forse, il proprietario gli aveva prestato. Nel testimoniare su quel controllo, infatti, il sovrintendente che effettuò il controllo ha spiegato che non è insolito per gli stranieri impossibilitati ad espatriare di usufruire di documenti altrui. Documenti probabilmente “affittati” che, se l’espatrio va a buon fine, vengono rispediti al proprietario per posta ma che, in caso contrario, spesso dopo il sequestro vengono denunciati alle forze dell’ordine come smarriti.