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VERBANIA – 27.11.2018 – La strada è (parzialmente) riaperta

e l’isolamento interrotto, ma non tutti sorridono. Lo stringato comunicato con cui stamane il prefetto ha ufficializzato che Anas ha dato il via libera da giovedì pomeriggio al senso unico alternato sulla statale 34 del Lago Maggiore, soddisfa a metà. Gioiscono gli studenti e i frontalieri –o, perlomeno, una parte, coloro che hanno orari d’ufficio o di fabbrica– e si lamentano gli esercenti. A Intra, tra commercianti e ristoratori che, specialmente nel periodo prenatalizio, attendono come la manna la “calata” degli svizzeri e degli stranieri per lo shopping, serpeggia il malumore e non è escluso che a breve ci sia una qualche forma di protesta pubblica.

Il loro ragionamento è semplice: con sole tre finestre orarie all’alba (5,30-8,30), all’ora di pranzo (12,30-13,30) e alla sera (16,30-18,30), l’unico vantaggio della riapertura è per i frontalieri. In realtà, come detto, nemmeno tutti, perché chi opera in alcuni settori con orario flessibile fatica a rispettarle. Non aiuta certo a far chiarezza o a ragionare con lucidità l’incertezza che accompagna il cantiere. Finora è stato il prefetto a gestire la comunicazione sui tempi di riapertura. Da domani sarà Anas ad aggiornare sull’incedere della bonifica del versante e sulla messa in sicurezza. Senza la possibilità di farsi un’idea di quanto tempo (e denaro) perderanno prima della piena riapertura, commercianti e ristoratori mordono il freno.

Se è pur vero che i lavori richiedono tempi non brevi ed è impossibile operare sul punto della frana senza che il traffico sia totalmente off limits, è anche vero che la gente è esasperata. I guai della 34 sono noti da anni e da anni ignorati. Cedimenti e smottamenti si sono moltiplicati nell’ultimo lustro e, a fronte di fiumi di parole spesi, nulla è stato fatto al di fuori delle opere di emergenza. A peggiorare il tutto, il fatto che l’ultima frana è caduta nel medesimo punto di quella, mortale, del marzo 2017, una circostanza che solleva dubbi e polemiche, destinati a non placarsi.

 

 

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