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CANNOBIO/VERBANIA - 24.11.2018 - Diciottesimo giorno

di chiusura della statale 34, dalla caduta della frana al km 30. Mancano notizie ufficiali su una riapertura parziale (si confida nella settimana prossima), e intanto i frontalieri si mobilitano. Un sit in a Cannobio, un'assemblea a Verbania (dopo il tavolo del frontalierato di ieri in Provincia) hanno caratterizzato questo sabato di protesta pacifica.  
Saranno stati una quarantina questa mattina davanti al comune di Cannobio, i frontalieri che hanno voluto manifestare con la loro presenza, un disagio che si protrae da troppo tempo. Il sindaco, Giandomenico Albertella, ha sintetizzato l'iter che dal 2014 (la frana di Cannero) ha portato nelle settimane scorse alla firma di quell'accordo di programma da 60 milioni, per la messa in sicurezza della statale dal confine di stato a Ghiffa. La richiesta dello stato d'emergenza da rivolgere al dipartimento della Protezione Civile vede la Regione disponibile a farsi da tramite, come confermato dal vicepresidente Aldo Reschigna al tavolo del forntalierato convocato ieri in Provincia. "Sarebbe l'unico modo per snellire le pratiche burocratiche e partire subito coi lavori", spiega Albertella, che questa mattina ha avuto come interlocutore anche il consigliere regionale dei 5Stelle Gianpaolo Andrissi, che s'è detto disponibile a presentare l'istanza della 34 anche al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli. Occorre però attendere lo studio geomorfologico sui versanti commissionato dalla Regione tramite l'unione dei Comuni del lago Maggiore al Politecnico di Torino, e che sarà consegnato, assieme ai progetti degli interventi necessari, entro la metà di dicembre. A quel punto potrà partire la richiesta.

E mentre a Cannobio di manifestava, in sala giunta a Verbania, altri frontalieri, assieme ad un gruppo di utenti della statale 34, si sono dati convegno per predisporre un piano d'azione comune: "Non vogliamo parlare solo per noi, ma per tutti coloro che subiscono danni dalla condizione della statale 34 - spiega Pier Maria Mazza, uno dei promotori delle iniziative -. Ci saranno altri tavoli e nuovi incontri, noi ci saremo. Sarà una guerra lunga ma noi ci saremo. Ad oggi il problema che facciamo presente è come lungo la statale 34 si sia verificata l'interruzione di un servizio, al quale non ha corrisposto un adeguato servizio sostituivo via lago. Non tutti i frontalieri sono operai, c'è chi fa il cameriere, chi l'infermiere, non è pensabile che l'ultimo battello arrivi alle 21. Il piano di emergenza che chiediamo di predisporre anche per il futuro, deve considerare queste necessità. E poi andrebbe pensato un trasporto su gomma da Cannobio a Locarno, non sarà facile, occorrerà lavorarci ma va fatto. E chissà che non possa estendersi anche alle situazioni di normalità, con due corriere si tolgono dalla strada cento auto, ci batteremo anche per questo".

Il malumore che serpeggia tra gli utenti della ss 34 è anche motivato dalla mancanza d'informazioni precise sullo stato del cantiere e sulla data di riapertura, che sarà comunicata dal Prefetto. Pur consapevoli che è meglio non parlare per ipotesi non confermate dai fatti, al tavolo del frontalierato tra le richieste è emersa quella di una sorta di report quotidiano sull'avanzamento dei lavori. D'altronde l'informazione è l'unico strumento che possa evitare il diffondersi incontrollato di voci.   

Antonella Durazzo 

(foto via FB)

 

 


     

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