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GRAVELLONA T. – 21.11.2018 – Nessuna parola,

nemmeno un brusio: solo silenzio e lacrime che rigano i volti esclusivamente di chi le lacrime non le ha già finite. Se non fosse per le note de “Gli Angeli” di Vasco Rossi, struggente colonna sonora che accompagna il feretro fuori dalla chiesa di San Pietro apostolo, Gravellona parrebbe ferma, immobile. L’ultimo saluto a Daniele Boscani, cuoco di 33 anni morto sabato in un incidente di moto a Premosello mentre andava a lavorare, è mesto come il cielo plumbeo e gelido come questo pomeriggio di fine novembre. Ed è un pugno nello stomaco che lascia sgomenti e attoniti, non solo la famiglia e gli amici, ma tutta la comunità.

Don Fabrizio Corno, concelebrante delle esequie insieme al parroco don Franco Bricco, invita a lasciare che il ricordo di Daniele sia una scia di luce, non la foto di un ragazzo sorridente che con il tempo sbiadisce. Il ricordo di Daniele è –e sarà– in ciò che di più aveva caro e a cuore, la famiglia: la moglie Simona e le figlie Valentina e Iris. Era per loro che, dopo gli studi all’Alberghiero di Stresa e un inizio di carriera da chef, aveva scelto quel posto di cuoco alla Casa di riposo di Vogogna che non ne assecondava le capacità e le ambizioni, ma che gli permetteva di ritagliarsi un po’ di tempo per una cena in famiglia e quei momenti di condivisione con i propri cari che valgono più d’un piatto prelibato. Lui stesso l’aveva raccontato in un post social pubblicato in rete e letto dopo l’omelia da un amico.

Oltre alla famiglia nella sua vita c’era la cucina –anche quella del “piano di sopra”, nella quale don Fabrizio immagina già di vedere Daniele spadellare e preparare qualcosa di buono–, ma pure l’impegno verso gli altri, dimostrato dalla presenza degli stendardi delle associazioni cittadine e testimoniato dalla vicinanza di chi ha condiviso con lui parte del suo troppo breve cammino terreno.

Dagli altoparlanti Vasco racconta che “dietro non si torna / non si può tornare giù” perché “quando ormai si vola / non si può cadere più”. Non è la preghiera di un uomo di chiesa, men che meno una professione di fede cristiana. Ma è un messaggio di speranza, l’auspicio che come “Gli Angeli” Daniele continui a vegliare sui suoi cari e su chi gli ha voluto bene.

 

 

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