1

tribunale8

VERBANIA – 21.11.2018 –  Quando è stato il momento

di pagare il make-up, il “trucco” l’ha fatto lei. Sono iniziati con il disguido alla carta di credito e l’errore nella transazione elettronica tramite pos i problemi che hanno portato in Tribunale Sabina Cavazza. Nel 2012 la signora s’era presentata in un centro estetico di Arona per sottoporsi a un trattamento di bellezza: un trucco definitivo per il quale avrebbe dovuto pagare 210 euro. All’addetta del salone s’era presentata fornendo un’identità diversa dalla sua e riportata dall’impiegata nella scheda del consenso alla privacy. Quando, però, fu il momento di pagare e c’erano difficoltà a concludere per via telematica, promettendo che sarebbe tornata a saldare il debito con i contanti, lasciò come garanzia la tessera sanitaria (valida anche come codice fiscale) con i suoi veri dati anagrafici. È tramite questa che i carabinieri della stazione di Arona l’hanno identificata dopo che il titolare del salone ha sporto denuncia. La Procura di Verbania l’ha mandata a giudizio per i reati di insolvenza fraudolenta e di sostituzione di persona. Il Tribunale l’ha condannata a 3 mesi.

 

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicità in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Se prosegui nella navigazione di questo sito acconsenti l'utilizzo dei cookie.