CANNOBIO/VERBANIA - 18.11.2018 - Martedì saranno
due settimane dalla frana sulla Ss 34, due settimane di disagi per migliaia di persone: la gente di Cannobio in semi-isolamento, gli studenti che vanno scuola a Verbania, i commercianti di Intra che si perdono per strada i clienti ticinesi. I più arrabbiati però sono loro, i frontalieri costretti dalla chiusura della 34 all'uso del battello, dell'aliscafo o ai percorsi alternativi: il risultato è però sempre lo stesso, ore e ore perse per recarsi sul posto di lavoro. E con la rabbia c'è la voglia di farsi sentire, uscendo da quelle pagine social dove la protesta è stata sinora confinata. Nel pomeriggio un gruppetto di cannobiesi e di frontalieri sono arrivati dai due sensi opposti agli sbarramenti collocati prima e dopo la frana (foto, via Facebook). Un momento nato soprattutto dall'esigenza di rendersi conto di persona cosa sta accadendo al km 30; dimostrazione pacifica che qualcuno sui social voleva "forte", tra chi proponeva di spostare manualmente i massi, e chi invitava a fare come quei "giubbotti gialli" che in Francia hanno messo scompiglio.
La via del dialogo "pacato ma fermo" è quella intrapresa da un altro gruppo di lavoratori d'oltreconfine, che ieri mattina si sono ritrovati in Comune a Verbania, dove l'Amministrazione ha concesso loro la sala per riunirsi. In una quindicina, si sono confrontatati sui temi da sottoporre domani sera (lunedì) al prefetto, dal quale una rappresentanza limitata è stata invitata. Come spiega l'organizzatore, Pier Maria Mazza le richieste sono tre: la rimodulazione del servizio di trasporti via lago, dove molti lamentano una mancanza di coordinamento e orari non consoni alle esigenze dei lavoratori frontalieri; quindi l'istituzione di un tavolo permanente dedicato alla 34, in vista anche dei lavori di messa in sicurezza prossimi venturi. Tavolo al quale i frontalieri chiedono di partecipare per tenere la categoria sempre aggiornata sulla situazione. Da ultimo, c'è la richiesta di creare un piano viabilistico per le emergenze che possa diventare immediatamente operativo al verificarsi della prossima frana: "Perchè questa sembra ormai l'unica certezza che abbiamo: ci saranno altre frane", commenta il frontaliere.
C'è poi un frontaliere che lamenta disagi aggiuntivi. E' il sindaco di Cannero Riviera, Federico Carmine che proprio in questi giorni avrebbe voluto cantierare le asfaltature nel entro paese: "Ma con questo traffico è impossibile", commenta. A Cannero infatti parcheggiano tutti coloro che si servono del battello per bypassare via lago la frana, quindi il paese si presenta particolarmente affollato, intanto si incrociano le dita perchè le deboli nevicate attese nei primi giorni della settimana non tocchino il lago "non avremmo neppure lo spazio per far passare gli spazzaneve", dice il sindaco. Una mancanza di comunicazioni ufficiali da parte di Anas è l'altra cosa che rimarca il primo cittadino di Cannero: "Da quando è cominciato tutto non ho ricevuto una sola comunicazione da Anas - afferma Carmine - so che non sarebbe cambiato nulla, ma almeno avrei saputo cosa rispondere alla gente".