TORINO – 18.10.2018 – L’area resta com’è adesso,
il Comune produrrà entro 30 giorni una dettagliata relazione e se ne parlerà prima di Natale. Così ha deciso ieri il Tar Piemonte – l’ordinanza è stata pubblicata oggi– nel ricorso contro il Comune di Stresa dei vicini di casa della famiglia russa che due anni fa ha iniziato la costruzione di un eliporto privato. Eliporto per il quale il Tar ha annullato le autorizzazioni e il permesso di costruire ravvisando un’istruttoria lacunosa. Secondo i vicini, coloro che per primi avevano segnalato il problema e che avversano l’eliporto, dopo il pronunciamento di Torino l’area deve essere ripristinata, riportandola a zona boscosa come era in origine. La proprietà, potendo contare sul fatto che l’annullamento non è stato motivato dall’impossibilità di realizzare l’opera ma solo dal difetto di istruttoria, ha presentato una nuova richiesta per la quale, nei giorni scorsi, è peraltro già arrivato il via libera della Commissione locale del paesaggio. Di questi passaggi, i magistrati subalpini non hanno potuto avere piena contezza perché alcuni atti, prodotti dopo il termine ultimo per la presentazione di memorie e prove al Tar, non sono stati ammessi nel procedimento. Il collegio ha tuttavia deciso di rinviare per un approfondimento, ordinando al comune di Stresa di integrare entro 30 giorni la documentazione, soprattutto specificando se, nello stato in cui si trovano i luoghi (cioè senza le piante) rappresentano un potenziale pericolo sul piano idrogeologico. L’udienza di merito è stata quindi aggiornata al 18 dicembre. La querelle giuridico-amministrativa ha avuto, nelle scorse settimane, un passaggio anche al Consiglio di Stato, che ha respinto la richiesta di sospensiva della sentenza di primo grado avanzata dal comune di Stresa.